T'amo, mia vita – V. Aleotti

Alcune ricerche storiografiche attestano che Vittoria Aleotti (c. 1575-1620) sia stata la prima mano, fra i grandi compositori cinque/secenteschi, a mettere in musica il testo del madrigale "T'amo, mia vita", scritto dal poeta Giovanni Battista Guarini (1538-1612).
L'energia del brano, frutto di scelte compositive che soddisfano lo stile dell'epoca, è funzionale a trasmettere la commistione tra testo profano ed elementi, in un certo senso, 'spirituali'. Fin da giovanissima, infatti, la musicista visse in un convento vicino a Ferrara, sua città natale, potendo ivi coltivare il suo talento musicale.
Il sentimento d'amore, che anima e percorre tutta la composizione (lirica e musicale), trova dunque significato sia nella 'fisicità' che nella 'spiritualità' di un rapporto più profondo quasi 'trascendente'. La gioia più vivace, rappresentata dagli stacchi del 'presto', si riferisce non solo al «diletto» del rapporto fra gli amanti, ma anche alla dolcezza che «trasforma lietamente il cuore».
Con la sua composizione, Aleotti sembra dirci che, anche se solitamente noi distinguiamo la materialità dallo spirito, in realtà le due dimensioni sono strettamente connesse: la 'spiritualità' ha bisogno d'una 'materia' per manifestarsi, così come non si dà all'uomo alcuna materialità senza ch'egli vi attribuisca un senso 'spirituale'.

Ecco il testo del madrigale, anche stavolta registrato a distanza:

«T’amo, mia vita!»,
la mia cara vita dolcemente mi dice
e in questa sola sì soave parola
par mi trasformi lietamente il core.
O voce di dolcezza e di diletto!
Prendila tosto Amore,
stampala nel mio petto,
spiri solo per lei l’anima mia.
«T’amo, mia vita!», la mia vita sia.

Interpreti
Soprano: Maria Elena Lippi
Contralto: Ilaria Tono
Tenore: Pier Giuseppe Puggioni
Basso: Francesco Zigliotto

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