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Alfredo D'Ecclesiis: TE CERC'AIUTO (track 4 dal disco "PREGHIERE E FRONNE")

Traccia n. 4 tratta da "PREGHIERE E FRONNE" (disco di spiritual napoletani e canti a fronna 'e limone).
"PREGHIERE E FRONNE" è un minidisco per sola voce. Vuole accostare lo stile degli spiritual e del gospel degli afroamericani e dei canti a cappella del popolo campano. Come appunto suggerisce il titolo, il lavoro è costituito prevalentemente da preghiere talvolta rivolte alle figure iconografiche del culto cattolico quali Gesù o più genericamente ai santi mentre in altri casi si tratta di richieste d'aiuto o redenzione indirizzate ad un'entità superiore non specificata ma facilmente riconducibili anche ad un destinatario terreno o da interpretare come semplice manifestazione di uno stato emotivo fra la sofferenza e la voglia di rinascita.
Si tratta di cinque composizioni scritte da me e tre rivisitazioni di brani del repertorio napoletano. C'è "Quanno Nascette Ninno", traditional in lingua napoletana scritto nel 1754, qui riproposto in sole due strofe dove la prima è tratta dal testo originale e la seconda è di mia penna avente l'intento di fare da filo conduttore per il concetto del disco intero; poi ci sono le reinterpretazioni di due "nuovi classici" della canzone napoletana: "Donna Cuncetta" di Pino Dadiele e "L'Aria e cattiva" di Enzo Gragnaniello. Il contenuto di questi due brani può sembrare distaccarsi dal resto del lavoro ma non è così in quanto il primo racconta (come noto) di una donna anziana che trovandosi a fare i conti con il tempo andato,la forza e la grinta venute ad affievolirsi, nel verso finale fa accenno a Dio recitando appunto che se il Signore volesse concederglielo sarebbe ancora la persona forte di una volta, quindi ancora capace di farsi rispettare; la scelta di questa canzone è dovuta al volermi riallacciare alla seconda strofa di "Quanno Nascette Ninno" dove faccio riferimento alla figura della "nonna" che per addormentare il nipote racconta della nascita di Cristo.
"L'aria è cattiva" invece è un lamento arrabbiato, quasi una denuncia verso una società ove i più sono disposti a perdere la propria anima, costretti ad incattivirsi per poter sopravvivere; verso la fine però viene invocata la pioggia, come a cercare purificazione. Entrambe le composizioni sono riproposte in maniera molto differente dalle versioni originali; si sa che autori come Gragnaniello e Daniele hanno rimodernizzato la canzone napoletana fondendo tradizione con altre sonorità ed adottando gli stili più disparati... qui invece ho voluto, come dire, far regredire i loro brani ad uno stato brado, stavolgendone la melodia per riportarli ad un'atmosfera campagnola nonostante i testi suggeriscano uno scenario di chiara ambientazione urbana. Questo anche per creare un parallelismo fra i canti religiosi degli schiavi americani e le "fronne" e i canti "a ffigliola" dei contadini del meridione d'Italia. Sicuramente questo disco non traccia nulla di nuovo, anzi è una briciola insignificante a confronto del lavoro regalatoci negli anni da tanti musicisti illustri ed etnologi... si pensi alla ricerca e alle incisioni che Alan Lomax faceva in giro per il mondo, al lavoro di De Simone e della NCCP, di Eugenio Bennato, a quello di Peter Gabriel, Enzo Avitabile, Ry Cooder o anche Wim Wenders, Scorsese, Carlo Luglio e chi più ne ha più ne metta volendo andare nel ramo cinematografico. Non voglio assolutamente mettere a confronto questa mia umile raccolta con qualcosa che è ben più grande di me, non ho la cultura e l'esperienza necessarie, sono un semplice appassionato, un amante della musica che si lascia entusiasmare ed influenzare dai cd che compra. Questo non è un disco quindi, sono quindici minuti scarsi di un bambino mai cresciuto che gioca alle costruzioni ma con i suoni della voce...
Tante le fonti d'ispirazione... dai maestri citati sopra ad esperienze più dirette come l'aver conosciuto il grande Giovanni Mauriello durante lo spettacolo "La Cantata dei Pastori" ove ho lavorato in qualità di tecnico. L'idea mi frullava in mente già da diversi anni, e più nel mio stereo si alternavano i dischi della Nuova Compagnia e dei Blind Boys Of Alabama (per citarne giusto due), più la mia voglia di esprimermi cantando alla loro maniera cresceva; poi dopo la visione del film "Magma" di Carlo Luglio quella voglia è divenuta quasi un bisogno, una necessità... avevo trovato il mio urlo terapeutico, il mio urlo "primordiale" come l'aveva trovato John Lennon con lo psichiatra Arthur Janov. I ruggiti della musica nera e le melodie popolari. L'anima e il folklore.

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20 января 2016 г. 17:13:03
00:02:24
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