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IL CANTO DI DURIN (in italiano ) - di Andrea Buriani

“THE SONG OF DURING” - CLAMAVI DE PROFUNDIS -
Traducanzone di Andrea Buriani (su richiesta):

IL CANTO DI DURIN – di Andrea Buriani
da “THE SONG OF DURING” – CLAMAVI DE PROFUNDIS

Giovane il mondo, verdi le alture,,nessuna impronta sul suol lunare
Graffita ancor non v’era parola, da solo Durin viveva allora.
Donò alle cose il loro nome; si dissetò a sorgive nuove;
lo sguardo volse a Mirrormere, corone in stelle vide apparir.

Simili a perle su filo argentato, stazionan ombre sul suo capo.
Bello era il mondo, alte le cime, dei giorni antichi poi fu la fine .
Dei grandi Re in Nargothrond e Gondolin, più si parlò ;
di mari a Ovest più non ce n’è, più giusto il mondo or non è .

Su un grande trono è assiso un Re, tra alti colonnati e
argenti ovunque e tetti d’ oro, e rune del potere loro.
Di luce del sole, di stelle e luna, lanterne Lui brillò in ciascuna.
Mai oscurato da ombre o nubi, per sempre schiarì i giorni bui.

Là incudine e Martello c’è, scalpello, sgorbia, bulino e
lame affilate, else forgiate, muri eretti, fosse scavate.
Berillio e perle opalescenti, metalli ai pesci simil lucent,
corazze e scudi, asce e spade splendenti nel Tesoro posate.

Mai stanchi gli uomin di Durin lor, musica in valle si destò.
Arpeggi e canti di menestrelli, squilli di trombe giù, ai cancelli.
Il mondo è grigio e i monti son vecchi e in cener è il fuoco ognior;
Nè d’arpa il suon, nè un martellar negli atri scuri di Durin vibrar.

Lo spettro giace sul suol, laggiù in Moria, in Khazad-dûm.
Ma ancor le stelle vedi apparir, si placa il vento in Mirrormere;
La sua corona attende lì che Durin si risvegli un dì.

TRADUZIONE LETTERALE :

Il mondo era giovane, le montagne verdi,
Non si vedeva ancora alcuna macchia sulla Luna,
Nessuna parola fu posta sul ruscello o sulla pietra
Quando Durin si svegliò e camminò da solo.

Chiamò le colline e le valli senza nome;
Beveva da pozzi non ancora assaggiati;
Si chinò e guardò a Mirrormere,
E vide apparire una corona di stelle,

Come gemme su un filo d'argento,
Sopra le ombre della sua testa.
Il mondo era bello, le montagne alte,
Nei giorni antichi prima della caduta

Dei potenti re del Nargothrond
E Gondolin, che ormai oltre
I mari occidentali sono scomparsi:
Il mondo era giusto ai tempi di Durin.

Un re era sul trono scolpito
In sale di pietra dalle molte colonne
Con il tetto d'oro e il pavimento d'argento,
E rune del potere sulla porta.

La luce del sole, delle stelle e della luna
In lucenti lampade di cristallo scolpito
Non oscurato dalle nuvole o dall'ombra della notte
Lì brillò per sempre bello e luminoso.

C'è un martello sull'incudine,
Là scalpello spicchio e bulino scrissero;
Lì forgiata era la lama e legata l'elsa;
Lo scavatore scavava, il muratore costruiva.
Lì berillo, perla e opale pallido,
E metallo lavorato come maglia di pesce,
Scudo e corazza, ascia e spada,
E lance lucenti furono deposte nel tesoro.

Instancabili allora erano i popoli di Durin;
Sotto le montagne la musica si risvegliò:
Gli arpisti suonavano l'arpa, i menestrelli cantavano,
E alle porte suonarono le trombe.

Il mondo è grigio, le montagne vecchie,
Il fuoco della fucina è freddo come la cenere;
Nessuna arpa viene suonata, nessun martello cade:
L'oscurità abita nelle sale di Durin;

L'ombra giace sulla sua tomba
A Moria, a Khazad-dûm.
Ma appaiono ancora le stelle tramontate
Nel Mirrormere scuro e senza vento;

La sua corona giace nell'acqua profonda,
Finché Durin non si sveglierà dal sonno.

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21 мая 2024 г. 20:36:21
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