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Canne al vento (1958) 1x2

Canne al vento è il titolo di uno sceneggiato televisivo prodotto nel 1958 dalla Rai, trasmesso in 4 puntate sul programma Nazionale dall'8 novembre al 29 novembre. Regia di Mario Landi con sceneggiatura di Gian Paolo Callegari, fotografia di Alberto Caracciolo e scenografia di Emilio Voglino. Dal romanzo del premio Nobel per la Letteratura nel 1926 Grazia Deledda, uno sceneggiato intenso e indimenticabile incentrato sulla saga della famiglia Pintor. Un piccolo paese della Sardegna orientale sta attraversando un periodo di trasformazione che colpisce direttamente tutte le strutture sociali e i suoi abitanti. Le dame Pintor appartengono a quella nobiltà terriera che non sa adattarsi ai cambiamenti della società. Il dramma umano dei personaggi - in conflitto con i mutamenti esterni - ruota intorno alla figura del servo Efix, particolarmente importante per la risoluzione di alcuni eventi... Significativo è il dialogo conclusivo tra Ester e Efix, due persone che, dopo una vita vissuta nel paese, si sentono come "canne al vento". Ester: «Perché la sorte ci punisce così come punirebbe le canne?» Efix: «Sì, siamo esattamente come le canne al vento. Noi siamo le canne e la sorte il vento». Ester: «Sì, va bene, ma perché questa sorte?» Efix: «È perché il vento? Solo Dio lo sa». Il film segna la terza regia di Mario Landi. Nel cast, una bellissima Cosetta Greco, il giovane Franco Interlenghi e poi Carlo D'Angelo, Lida Ferro, Roldano Lupi.

Interpreti e personaggi:
Carlo D'Angelo: Efix; Marisa Belli: Lia; Cesarina Gheraldi: Kallina; Pier Luigi Costantini: Don Zame; José Greci: Grixenda; Olga Gherardi: Natolia; Laura Carli: Pottoi; Miranda Campa: Ruth; Cosetta Greco: Noemi; Lida Ferro: Ester; Mico Cundari: Gonario; Gianni Minervini: Elias; Diego Michelotti: Milese; Roldano Lupi: Don Predu; Tina Perna: Pacciana; Vera Pescarolo: Stefana; Giancarlo Nicotra: Zannautoni; Gin Maino: Maddalena; Paola Barbara: Baingia; Franco Interlenghi: Giacinto; Rita Livesi: Maria Addolorata; Anna María Aveta: Assunta; Camillo Pilotto: Prete Paskale; Vittorio Duse: Ufficiale giudiziario

Trama:
Sono narrate le vicende di tre sorelle, le dame Pintor Ruth, Ester e Noemi, discendenti di una famiglia in rovina e rimaste padrone di una casetta e di un piccolo podere, accudito dal vecchio servo Efix, che vive in fantastica dimestichezza con i folletti, i giganti della montagna, i santi del cielo, i morti, vivi e veri per lui come le persone del presente. La nobile casa cade a pezzi e le dame vendono di nascosto le verdure del poderetto. Due di loro sono vecchie e dolci, ma Noemi che serba ancora un residuo di gioventù e di bellezza, è altera e dura. Una delle sorelle, Lia, non accettò quella sorte, e fuggì tanti anni prima sul continente; il padre che la inseguiva fu trovato morto sul ponte, e si credette ad una disgrazia. Fu, invece, Efix a ucciderlo, mentre vegliava sulla fuga di Lia, per la quale egli aveva una devozione appassionata molto simile all'amore. Tanto tempo è passato da allora, Lia si è sposata, ha avuto un figlio, Giacinto, e adesso è morta. Nessuno conosce il delitto di Efix e quando Giacinto, orfano e scacciato per un furto dal suo impiego alle Dogane, viene a cercar lavoro in Sardegna, gli ritornano in mente i tragici ricordi del passato. Giacinto in paese gioca, fa i debiti, firma cambiali con il nome delle zie, si innamora di Grixenda, che è una povera ragazza nipote della vecchia Pottoi, e vuole sposarla. Efix, che ama Giacinto più di quanto non lo amino le zie, tenta inutilmente di ammonirlo e il ragazzo disperato a causa dei rimproveri del vecchio, gli fa capire che conosce la storia del delitto, che gli fu narrata dalla madre. Poi lascia Galte e va a Nuoro in cerca di lavoro. Intanto la scadenza di una cambiale porta la rovina e la disperazione in casa delle dame Pintor, Ruth muore improvvisamente ed Ester e Noemi sono costrette a vendere il podere a un cugino, don Predu, che le salva dal dissesto economico. Efix spera che da quel riavvicinamento nasca un matrimonio fra Predu e Noemi, ma lei si rifiuta di accettare la proposta di matrimonio del cugino, allora Efix lascia la casa e vive mendicando. Efix ritorna finalmente al paese, dove credono che sia stato in America, trova Giacinto che lavora da mugnaio e sposerà Grixenda, e anche Noemi accetta ormai l'offerta di Predu. Ora il buon servo può riposare e il giorno delle nozze di Noemi, Efix muore consolato. Così in questa umile accettazione della vita, il servo trova la sua pace, e il suo significato fa sconfinare il breve cielo dove Efix cercava i suoi santi e i suoi folletti nel cielo eterno cui tende il dolore di tutti gli uomini, servi anche essi di sconosciuti padroni.

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Информация о видео
16 мая 2013 г. 16:15:33
01:56:46
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