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Documentario: Lari e il Castello dei Vicari

"Terra situata in un colle, cui fanno corona molti altri di ridentissimo aspetto. Esisteva la sua forte rocca nel X secolo, restaurata dai Pisani, e verso il 1450 smantellata dai Fiorentini. Una via circolare pone in mezzo un elevato bastione, sopra il quale era l'antica fortezza. Le interne pareti del Pretorio erano fregiate di superbi affreschi del Frate e di Gio. da s. Giovanni, ma in un restauro vennero barbaramente mutilati. A piè del bastione trovasi da un lato la piazza dei mercati, accanto alla quale è la Pieve costruita nel 1129 e restaurata nel 1796; contiguo ad essa è l'Oratorio del ss. Sacramento. Lari ha tre porte; la Pisana ha due subborghi detti Villa alta e Villa bassa. "

Lari è una frazione che costituisce il capoluogo del comune sparso italiano di Casciana Terme Lari, nella provincia di Pisa, in Toscana.
Conserva numerosi resti del suo illustre passato quando era di fatto il capoluogo delle Colline Pisane.

In passato Lari è stato un importante centro politico, amministrativo e agricolo, di fatto svolgendo la funzione per secoli di "capoluogo della Colline Pisane".
Nell'antichità è importante località sulla strada tra Pisa e Volterra, città etrusca a cui Lari rimane legata fino alla tarda antichità. L'origine del nome "Lari" è stata ricondotta al termine etrusco-romano «lar», Lare, divinità protettrice delle vie di comunicazione campestri, e al nome di persona etrusco «Lars» (cfr. Lars Porsenna). Vari ritrovamenti effettuati nel territorio larigiano confermano una origine etrusca ed un'intensa attività in epoca romana (necropoli etrusca di S. Ruffino dell'VIII-VII secolo a.C., cippo sepolcrale etrusco di marmo -oggi al Castello dei Vicari)- del III-II secolo a.C., tomba etrusca di Casciana Alta, statua romana del I secolo a.C. del Castello dei Vicari).
Conquistata e fortificata dai Longobardi, fino all´XI secolo rimane libero comune rurale.
Risale all'epoca longobarda (che avevano scelto Lucca come capitale della Toscana) l'inclusione (fino al XVII secolo) di Lari nella diocesi di Lucca. Conteso tra Lucca (Comune e vescovo), Pisa (Comune e vescovo) e Repubblica di Firenze, Lari diventa un caposaldo della Repubblica di Pisa, mentre nel XIII secolo cade in mano alla famiglia (allora ribelle a Pisa) degli Upezzinghi.
Nel 1406 passa a Firenze, che ha appena preso la città di Pisa. Firenze eleva Lari al rango di capoluogo delle Colline pisane e livornesi, ospitando i Vicari del governo fiorentino (membri delle più nobili famiglie cittadine: Medici, Pitti, Capponi, Guicciardini e altre). Il Vicariato di Lari aveva giurisdizione su un vasto territorio che si estendeva da Pontedera a Riparbella, da Palaia e Peccioli a Rosignano Marittimo e Livorno. Durante i primi secoli della dominazione fiorentina la frazioni settentrionali vengono spopolate, con il Comune di Perignano che si riunisce ormai a Lari. Tra fine Quattrocento e inizi Cinquecento Lari è di nuovo parte della rinata Repubblica di Pisa, che però perderà definitivamente la sua indipendenza nel 1509.
Il castello dei Vicari è un castello situato nel centro di Lari.
Forse l'unico castello medieval-rinascimentale ancora abitabile di tutta la provincia di Pisa, di proprietà del comune di Lari, è stato in passato sede di importanti magistrature pisane, fiorentine, toscane e dello Stato italiano. Vi furono condotti anche processi per stregonerie sotto la direzione della Inquisizione romana. Sorge su una collina già abitata in epoca antica.
La Rocca superiore di Lari, il castello, forse già esistente in epoca longobarda, distrutta secondo alcuni nel 1164 dai pisani, venne ricostruita tra il 1230 e il 1287 dalla potente famiglia (di origine longobarda) degli Upezzinghi, ribelli al Comune di Pisa e qui rifugiatisi.
Ben presto però gli Upezzinghi furono ricondotti all'obbedienza della Repubblica marinara e nel 1289, per intervento di Guido da Montefeltro, il castello di Lari tornò sotto il controllo di Pisa.
Il Castello pervenne in parte a titolo di donazione e in parte a titolo di acquisto, agli Arcivescovi di Pisa e per lungo tempo questi ultimi ricevettero un canone annuo e regalie dai governatori del vicariato.
Ancora nel 1746 il Vicario di Lari, rispondendo ai quesiti e istruzioni inviati da Pompeo Neri, ricordava come nel 1734 fosse stato rogato un istrumento di ricognizione "in dominum" del detto castello da parte dell'Arcivescovo pisano Guidi. Della struttura risalente al periodo di governo pisano non rimane che un tratto di mura a sud-ovest, nei pressi dell'orto castellano. La struttura attuale venne realizzata dai fiorentini in varie fasi.

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11 марта 2018 г. 20:07:42
00:47:20
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