Chi sono i tuoi testi?

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Quali sono i testi che hai deciso di portare a giudizio per dimostrare la tua innocenza?
Sei sicuro che siano quelli giusti?
E come si fa a saperlo?

Qualcuno crede erroneamente che i testimoni della Difesa debbono essere individuati poco prima dell’udienza dibattimentale.

Sbagliato. Errore clamoroso.

Bisogna iniziare a pensare ai propri testi di Difesa già quando arriva l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, ovvero quando abbiamo messo le mani nel fascicolo delle investigazioni.

Già in quel momento dobbiamo capire se ci sono dei testi di difesa che possono testimoniare, all’interno dell’aula di giustizia, l’esatto rispetto a ciò che hanno affermano i testi dell’accusa.

Sì perché quest’operazione mentale ci farà capire, come in una partita di scacchi, quale dovrà essere la strategia da seguire e cosa dimostrare in Tribunale.

Esempio banale a titolo esemplificativo: se i testi dell’accusa affermano che la sera del delitto hanno visto l’imputato entrare a casa della donna, che poi fu trovata morta, allora noi dovremo controbilanciare e annullare quella testimonianza attraverso un teste di Difesa che asserisce che quella sera l’imputato era con lui a giocare a tennis.

Molte volte i “non addetti ai lavori” scelgono a caso i propri testimoni sottovalutando le caratteristiche personali e psicologiche della persona.

Dico questo perché devi assolutamente sapere che il processo non è momento di verità ma momenti di rappresentazione della verità.
In altre parole, non è vero ciò che è vero ma è vero ciò che riusciamo a dimostrare a processo.

Ti spiego questo concetto con degli esempi.

Un testimone potrebbe dire la verità ma il suo modo di fare insicuro, nervoso, ansioso, oppure la sua esposizione dei fatti scarna e priva di particolari potrebbe finire per far credere al Giudicante che quella testimonianza non è genuina, oppure che non è attendibile.

Di converso, potremmo trovarci di fronte ad un teste falso come giuda, che dice un sacco menzogne che, però, si presenta bene in Tribunale (vestito bene, pettinato bene, rasato bene), la sua esposizione dei fatti è breve e concisa, con i particolari giusti, il tono della sua voce ferma e a tratti suadente, e quindi viene creduto dal Giudicante.
Risultato: teste genuino e attendibile.

Come se ciò non bastasse anche il tenore letterale delle domande potrebbe influenzare la risposta e anche il modo in cui è formulato (magari con un tono autoritario).
Di tal che un teste timoroso potrebbe essere spaventato e rispondere in maniera nociva per l’imputato; un teste deciso e risoluto potrebbe essere aggressivo e quindi danneggiare comunque l’imputato.

Ecco quindi che la scelta dei testi, anche sotto il profilo personologico, viene ad essere fondamentale per il buon esito di un processo.

La selezione dei testi della Difesa dovrà quindi essere attentamente vagliata dal Difensore, unitamente al proprio assistito, per rappresentare al Giudicante la propria verità processuale.

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