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Vittorio Emanuele II di Savoia: padre della patria e Re Galantuomo o fedifrago e sciupafemmine?

Vittorio Emanuele II di Savoia (1820 – 1878) è stato l'ultimo Re di Sardegna (dal 1849 al 1861) e il primo Re d'Italia (dal 1861 al 1878). È ricordato tutt'oggi con l'appellativo di Re galantuomo per aver mantenuto in vigore lo Statuto Albertino. Coadiuvato dal presidente del Consiglio Camillo Benso, conte di Cavour, portò a compimento il Risorgimento nazionale con la Proclamazione del Regno d'Italia. Per aver realizzato l'Unità d'Italia, viene indicato come Padre della Patria, così come compare nell'iscrizione nel monumento nazionale che da lui prende il nome di Vittoriano, sito a Roma, in Piazza Venezia. Il re non amava la vita di corte, preferendo dedicarsi alla caccia e al gioco del biliardo anziché ai salotti mondani. Sposò la cugina Maria Adelaide d'Austria nel 1842. Nonostante l'amore che legava Maria Adelaide a suo marito, e il sincero affetto che questi nutriva per lei, Vittorio Emanuele ebbe varie relazioni extraconiugali. Nel 1847 incontrò per la prima volta la bela Rosin, Rosa Vercellana, che sarà la sua compagna per tutta la vita. Nel 1864 Rosina seguì il re a Firenze, stabilendosi nella villa La Petraia. Nel 1869 il re si ammalò e, temendo di morire, sposò religiosamente a San Rossore Rosa Vercellana con un matrimonio morganatico, ovvero senza l'attribuzione del titolo di regina. Il rito religioso si tenne il 18 ottobre di quell'anno, celebrato anche con rito civile, il 7 ottobre 1877, a Roma. Per la propria amante, e poi moglie morganatica, Rosa Vercellana, acquistò i terreni torinesi ora noti come Parco della Mandria e vi fece realizzare la residenza nota come Appartamenti Reali di Borgo Castello. In seguito compì un'analoga operazione a Roma, facendo edificare Villa Mirafiori come residenza della Vercellana. Per i figli Vittoria ed Emanuele di Mirafiori, avuti da lei, il sovrano fece costruire all'interno della Mandria le cascine "Vittoria" ed "Emanuella", quest'ultima ora nota come Cascina Rubbianetta, per l'allevamento dei cavalli. Lo scrittore Carlo Dossi, nel diario Note azzurre, affermava che il re fosse virilmente "superdotato", che vivesse smodatamente le passioni sessuali e che nelle sue avventure avesse generato un numero assai rilevante di figli naturali Per celebrare il «Padre della Patria», il Comune di Roma bandì un progetto per un'opera commemorativa, dal 1880, su volontà di Umberto I di Savoia. Ciò che venne costruito fu una delle più ardite opere architettoniche d'Italia nell'Ottocento: per erigerlo, venne distrutta una parte della città, ancora medioevale, e venne abbattuta anche la torre di papa Paolo III. L'edificio doveva ricordare il tempio di Atena Nike, ad Atene, ma le forme architettoniche ardite e complesse fecero sorgere dubbi sulle sue caratteristiche stilistiche. Oggi, al suo interno, è presente la tomba del Milite Ignoto. Milano: Progettata da Giuseppe Mengoni (che vi morì), la Galleria Vittorio Emanuele II collega la Piazza della Scala al Duomo di Milano, e venne realizzata mentre il Re era ancora in vita, a partire dal 1865. Il progetto iniziale intendeva emulare le grandi opere di architettura erette in quegli anni in Europa, creando una galleria borghese nel cuore della città

Видео Vittorio Emanuele II di Savoia: padre della patria e Re Galantuomo o fedifrago e sciupafemmine? канала Prof. Andrea Camilletti
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28 сентября 2020 г. 18:54:41
00:10:40
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