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20240406 DSP Mestre

Il 6 aprile 2024 sono stato invitato ad intervenire ad una conferenza di “Democrazia Sovrana e Popolare” del Veneto, il titolo era “La pace tra i popoli, i pericoli di una guerra nucleare”. E’ durata tre ore (17 gigabytes), ed anche il mio intervento si è protratto per mezzora, senza contare poi le domande e le risposte, con cui si arriva a un'ora. Ecco perché vi riporto solo un sunto. Non è un mistero per nessuno che nel 1949 la NATO fu fondata non tanto e non solo ufficialmente per contrastare il presunto pericolo sovietico, quanto realmente per contenere il dominio statunitense nell’Europa occidentale. Ben presto non fu così, e la NATO divenne invece al contrario uno strumento degli USA, un avamposto per dettare regole a Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda, Inghilterra e quant’altri. Ho ascoltato attentamente, qualche giorno fa, le dichiarazioni del ministro degli esteri italiano Antonio Tajani alla stampa nel corso del giubileo NATO a Bruxelles. Sembrava quello studente che non ha studiato a casa e ripete quelle poche parole che ha letto sul libro cinque minuti prima dell’interrogazione. Secondo la vulgata, alla dissoluzione dell’Unione Sovietica la Russia avrebbe potuto ricongiungersi all’Occidente e ai valori occidentali, dunque unirsi alla NATO, ma Putin decise diversamente, ed ecco quindi la situazione in cui ci troviamo oggi. Naturalmente, ci sarebbe da chiedersi di quali valori occidentali si parli, ma è proprio la chiave di lettura di questa retorica narrazione ad essere fallace e menzognera. Fu promesso – e sottoscritto! – all’ultimo Gorbačëv che mai la NATO si sarebbe espansa a est. Da allora, passando da 12 a 32 Stati membri, quattro ondate: 1999, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca; 2004, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia e le tre repubbliche baltiche; 2009, Albania e Croazia; 2017, Montenegro; 2020, Macedonia del Nord; ed ora, Svezia e Finlandia. Insomma, a parte questi ultimi due, praticamente tutto l’ex cosiddetto “campo socialista”. E si parla di Ucraina e Georgia. L’esistenza di garanzie di non allargamento date dalla NATO dopo il crollo del Patto di Varsavia, è citata anche nel discorso del Segretario generale della NATO Manfred Werner a Bruxelles il 17 maggio 1990: “Il fatto stesso che siamo pronti a non schierare truppe della NATO al di fuori del territorio della Germania offre all’Unione Sovietica solide garanzie di sicurezza”. Il 12 maggio 2015, la Missione permanente della Federazione Russa presso la NATO ha pubblicato un’analisi delle relazioni della Federazione Russa con l’alleanza dal titolo “Russia-NATO: miti e fatti”, in cui rilevava che l’espansione verso est della NATO è avvenuta nonostante le promesse verbali fatte dai leader occidentali, in particolare dal cancelliere tedesco Helmut Kohl e dal ministro degli Esteri Hans-Dietrich Genscher al leader sovietico Michail Gorbačëv nel 1990 durante i negoziati sull’unificazione della Germania. Il 18 febbraio 2022 il tedesco Spiegel ha riferito che esistevano documenti d’archivio che confermavano la promessa dei Paesi occidentali alla leadership dell’Unione Sovietica di non espandere la NATO a scapito dei Paesi dell’Europa orientale. Il 24 febbraio il Ministero degli Esteri russo ha fornito una registrazione video del 1990 in cui il Ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher e il Segretario di Stato americano James Baker dichiarano davanti alla telecamera che ai partner dell’Unione Sovietica erano state assicurate la non espansione della NATO verso est. A questo proposito vengono menzionati anche i colloqui sul tema della mancata espansione del ministro degli Esteri dell’URSS Eduard Ševardnadze con il segretario di Stato americano James Baker. Dagli anni ‘50 parte dell’arsenale nucleare statunitense si trova in Europa. Secondo le stime del Centro americano per il controllo degli armamenti e la non proliferazione per il 2021, ci sono circa 100-150 bombe nucleari tattiche americane nelle basi militari sul territorio di cinque Stati membri della NATO: Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia, circa 20 di loro in Germania. L’Atto istitutivo NATO-Russia sulle relazioni reciproche, la cooperazione e la sicurezza, firmato a Parigi il 27 maggio 1997, include una clausola che afferma che i Paesi della NATO “non hanno intenzione, piano o motivo di schierare armi nucleari sul territorio dei nuovi membri e non c’è bisogno di cambiare alcun aspetto dell’assetto della forza o politica nucleare della NATO, e non prevedono la necessità di farlo in futuro”. Tuttavia, il 19 novembre 2021, in una conferenza organizzata dalla Società Atlantica tedesca, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha affermato che se la Germania si rifiuta di schierare armi nucleari statunitensi sul suo territorio, esse “potrebbero finire in altri Paesi europei, in particolare a est della Germania”.

Видео 20240406 DSP Mestre автора Mark Bernardini Марк Бернардини
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15 апреля 2024 г. 23:58:46
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