NORMA - Callas, Del Monaco, Simionato - Scala 1955 (Complete Opera Bellini)

Maria Callas: Norma
Mario Del Monaco: Pollione
Giulietta Simionato: Adalgisa
Nicola Zaccaria: Oroveso

Antonino Votto conducts the Orchestra of the Teatro alla Scala.
7 December, 1955 (Live)

La prima della stagione lirica 1955/56 alla Scala di Milano...

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ATTO I
Sinfonia - Overture (00:00)
Introduzione. Ite sul colle, o Druidi (06:04)
Svanir le voci...Meco all'altar di Venere (14:13)
Norma viene: le cinge la chioma (22:28)
Sediziose voci...Casta Diva, che inargenti (26:59)
Sgombra è la sacra selva... Va, crudele (43:19)
Vanne e li cela...Sola, furtiva, al tempio (58:35)
At 1:11:42, Maria Callas makes the audience all gasp during her Norma, live at La Scala... Perfect attack and diminuendo: We’re gasping 63 years later
Finale I: Oh non tremare, o perfido... Oh! di qual sei tu vittima (1:14:05)

ATTO II
Introduzione. Dormono entrambi (1:24:16)
Me chiami, o Norma...Deh! con te, con te li prendi (1:33:55)
Mira, o Norma (1:40:34)
Ah! del Tebro al giogo indegno (1:48:34)
Ei tornerà (1:59:03)
Guerra! guerra! (2:02:42)
Nè compi il rito...In mia mano alfin tu sei (2:05:46)
Finale II: Dammi quel ferro...All'ira vostra (2:17:23)
son iiiiiiiiioooo ("una spergiura sacerdotessa", 2:19:10)
e la gente non può contenere l'applauso! -- To Norma's confession (It's me), the sudden color of Callas voice and the diminuendo cause the applause of the audience (I think that there was also a beautiful gesture of Callas, who slowly removed her crown from head and let it fall to the ground)
Qual cor tradisti, qual cor perdesti (2:21:06)
Deh! non volerli vittime (2:28:21)

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La Callas amministrò con frequenza questo titolo sino al '56, e, perduta l'originaria forma vocale, andò diradando le sue Norme non senza incidenti, dalla prova romana sino al naufragio parigino del '64. Un ruolo che non perdona quello di Norma, che non consente di barare né di essere approcciato da chi tecnicamente si arrabatti o non sia più nel pieno dei propri mezzi, come accadde alla stessa Callas nella prova del '60 ad Epidauro descritta da Mirto Picchi, con cui aveva debuttato l'opera nel '48 al Maggio Musicale Fiorentino, diretta da Serafin: il problema più grande era la voce asciugata e priva di quel corpo che nell'audio di Milano si percepisce chiaramente.

La Norma è scritta per una grande voce, grande a cominciare dal centro laddove la parte più pesante del fraseggio insiste, dotata anche di un'ottava bassa vera e sonora, educata anche al canto fiorito ed in grado di gestire gli acuti senza urlare o spingere. Con le sue ampie arcate di suono da eseguire legate, le sue nenie interminabili e sfiancanti, le terribili impennate ai do5, le continue richieste di variare il fraseggio nei recitativi, la Norma spinge la voce ai limiti umani. Più la voce è modesta e più è difficile mantenere la caratura aulica della sacerdotessa, la magia dell'invenzione melodica belliniana, la purezza di emissione del belcanto e delle sue atmosfere senza tempo.

Il belcanto è anche e soprattutto la perfezione dell'emissione stilizzata e del legato, obbiettivo a cui la Callas, con quella voce "brutta" tanto criticata dai suoi detrattori, mira durante l'intera serata come in tutte le sue prove da belcantista. I suoi "Romani a cento a cento" eseguito di slancio e quasi ruggendo, come ben si sente dall'audio (2:14:08), possono essere fatti rientrare in quella varietà di effetti espressivi, che appartenevano ai grandi fraseggiatori del tempo di Bellini (penso al racconto di Stendhal sulla Pasta nel Tancredi) ma sono anche l'ultimo dazio pagato al retaggio verista ed alla sua estetica interpretativa, che auspicava che il canto aderisse alla realtà delle espressioni.

Il debutto londinese di Maria Callas in Norma (1952), con Vittorio Gui, Ebe Stignani, Giacomo Vaghi e Mirto Picchi: https://www.youtube.com/watch?v=bRDPx8VnFtY

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