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ROMA L'ANFITEATRO FLAVIO (COLOSSEO) 4k

© CLAUDIO MORTINI™◊
Probabilmente il monumento più famoso al mondo e simbolo della grandezza di Roma, l'Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto con il nome di Colosseo per la colossale statua in bronzo raffigurante Nerone che si trovava nelle vicinanze, si innalza nel cuore archeologico della città, e da quasi duemila anni racconta una storia ininterrotta di fascino e magnificenza.

Il Colosseo, che ancora oggi è l’anfiteatro più grande al mondo, fu voluto dall’imperatore Tito Flavio Vespasiano che per edificarlo scelse la zona compresa tra i colli Palatino, Esquilino e Celio, precedentemente occupata dal laghetto artificiale della Domus Aurea di Nerone. La sua costruzione iniziò nel 70 d.C. e terminò nell’80 d.C. sotto l’impero di Tito, figlio di Vespasiano.

L'edificio, destinato ai combattimenti, ai giochi tra i gladiatori (munera), alle simulazioni di caccia ad animali feroci ed esotici (venationes) e alle naumachie (combattimenti navali), è composto da quattro ordini architettonici sovrapposti; i primi tre sono formati da ottanta arcate inquadrate da semicolonne, il quarto è suddiviso in riquadri intervallati da finestre. Nell'ultimo ordine, erano inseriti supporti in muratura e in legno per sostenere un immenso telone (velarium) che serviva a riparare gli spettatori dal sole e dalla pioggia.

Lungo 189 metri, largo 156 metri, per un'altezza di oltre 48 metri, il Colosseo si estende su una superficie di 24.000 mq e poteva ospitare circa 50mila spettatori che potevano accomodarsi nella cavea, formata da gradinate in laterizio rivestite in marmo. L'arena, che misurava 76 metri per 46, era realizzata con una grande tavola di legno ricoperta di sabbia.

Nei sotterranei del Colosseo si svolgevano i preparativi per gli spettacoli. Al loro interno, si aprivano diverse botole da cui uomini e animali apparivano a sorpresa, sollevati da montacarichi mediante un complesso sistema di argani che, però, per la presenza di legno e corde, furono distrutti dall’incendio che nel 217 danneggiò gravemente tutto il monumento. In alcuni periodi dell’anno è possibile scendere all’interno del monumento, i cui ambienti ancora conservano le condizioni in cui si trovavano alla fine del V secolo d.C., quando furono interrati. Da allora non hanno subito alcuna manomissione dovuta a usi successivi, come avvenuto per la parte elevata dell'Anfiteatro.

Nel 438, Valentiniano III abolì i giochi gladiatori e l’anfiteatro subì un progressivo declino che nel Medioevo e nel Rinascimento lo portò a essere utilizzato come cava di materiali, impiegati anche nella costruzione della Basilica di San Pietro, come ricovero per animali e come sede per laboratori artigianali e abitazioni.

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17 мая 2023 г. 16:11:34
00:03:38
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