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Quando la razionalità esclude l’emotività: l’età della tecnica – Umberto Galimberti

Nell'età della tecnica, qual è il rapporto tra razionalità ed emotività? E cosa accade quando la prima esclude la seconda?

Umberto Galimberti, in occasione del simposio "Dialoghi sull'anima dell'educazione", ci spiega come l'età della tecnica abbia modificato la nostra cultura e i nostri rapporti, ridimensionando l'importanza della soggettività, dei sentimenti e della reciproca partecipazione emotiva.

Ecco il minutaggio dell'intervista con i principali argomenti trattati:
0:00 il racconto dell'intervista di Gitta Sereny a Franz Stangl, direttore del campo di concentramento di Tremblinka
1:19 il ruolo del sentimento e lo scopo della tecnica
2:05 le conseguenze della tecnica: tra limitazione della responsabilità e azzeramento della partecipazione emotiva
3:42 perché la scuola non è più in grado di educare
5:32 l'importanza di preservare luoghi di socializzazione per i ragazzi all'interno degli edifici scolastici
7:37 correre dei rischi: perché la sicurezza non rappresenta un valore nell'età della tecnica

LINK UTILI:
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UG: "Gitta Sereny, giornalista ungherese, ha fatto 170 interviste al direttore del campo di concentramento di Treblinka, Franz Stangl, a cui chiede: - ma lei, a fare queste cose, cosa provava? -. Franz Stangl le risponde: - lei continua a chiedermi cosa provavo, ma deve capire che io non ero incaricato a provare qualcosa; io era incaricato a eliminare 3.000 persone entro le 11 del mattino, 5.000 entro le 5 del pomeriggio, tutti i giorni. E siccome io eseguivo perfettamente questo compito, io ero un ottimo funzionario -.

Il nazismo ha insegnato che il sentimento non deve entrare nelle procedure razionali (che in questo caso è una procedura di eliminazione). La tecnica non è tanto l'insieme di queste macchine, dei telefonini che avete in tasca, di questo microfono; ma è la forma più alta di razionalità che consiste nel fatto di raggiungere il massimo degli scopi con l'impiego minimo dei mezzi. Questo cosa significa? Una limitazione della responsabilità: perché Franz Stangl era responsabile di fronte ai suoi superiori, non era responsabile di fronte alle sue vittime. Lui eseguiva gli ordini. La risposta che i generali nazisti davano ai tribunali quando venivano intercettati sono risposte esatte: - io ho obbedito agli ordini -. Una risposta perfetta per l'età della tecnica.

Se voi andate a scuola, o i vostri figli vanno a scuola, e c'è il professore che si limita a fare i programmi ministeriali, senza alcuna partecipazione emotiva, non sussiste problema, perché lui ha fatto quello che era prescritto di fare. Non c'è responsabilità di fronte a chi ti interpella, ma solo di fronte ai tuoi superiori. Solo una responsabilità subordinata all'ordine. Questo ha fatto il nazismo e questo accade nell'età della tecnica. Quando andate davanti allo sportello, chiedete una certa cosa e vi sentite rispondere - questo non è di mia competenza -, siete davanti a un piccolo Franz Stangl. Lui risponde del suo mansionario, non dei vostri bisogni. Voi capite che è devastante quando subentra una cultura di questo genere nella società? Ed è già entrata.

Sono andato a fare una conferenza in un liceo, e in una classe, che dietro aveva un giardino enorme mal tenuto, i ragazzi mi chiesero di ritornare. Io risposi di sì, a un patto, però: - che voi trasformiate quella foresta in un giardino. Se la mettete a posto io vengo. Passa un anno, mi chiama la preside e io le chiedo: - hanno messo a posto la foresta? - Risposta: no. Perché? Perché la provincia ha detto che non si possono usare i ragazzi per lavorare perché si possono far male. E poi chi ne risponde?

Questo è Franz Stangl: - e chi risponde? -. Non sono risposte sensate, queste. Certo, qualcuno si farà male. Benissimo, si cura. Qualcuno si romperà una gamba perché cade da un albero, lo so, ma se non corriamo un po' di rischi la vita non può essere tutelata e garantita. Nel mondo non c'è solo la sicurezza da difendere; c'è anche l'abilità di muoversi. Perché la vita è un’incertezza continua, è una precarietà inenarrabile. La sicurezza non è un valore. Freud ci dice: -abbiamo venduto quintali di felicità per un po' di sicurezza -.”

Видео Quando la razionalità esclude l’emotività: l’età della tecnica – Umberto Galimberti канала Psicologia - Luca Mazzucchelli
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18 декабря 2020 г. 18:00:35
00:09:25
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