LA CACCIA DI DIANA - LaReverdie - Mantova Musica Antica

MANTOVA MUSICA ANTICA

LA CACCIA DI DIANA - LaReverdie

Diego Fusari, voce recitante

laReverdie
Claudia Caffagni, voce, liuto
Livia Caffagni, voce, flauto, flauto doppio, viella
Elisabetta de Mircovich, voce, viella, ribeca
Sara Mancuso, arpa, organetto portativo
Matteo Zenatti, voce, arpa, voce recitante

in collaborazione con l'Accademia Teatrale Campogalliani
In occasione del settecentenario della nascita di Giovanni Boccaccio, laReverdie ha voluto omaggiarlo impaginando un programma che mette in dialogo l'ironica e al contempo moraleggiante Caccia di Diana -- opera giovanile del grande poeta trecentesco -- con alcune cacce italiane, vere e proprie perle musicali prodotte in seno al milieu della così detta ars nova. Composto molto probabilmente durante il soggiorno di Boccaccio a Napoli (1334ca.), la Caccia di Diana è un poema in diciotto canti in cui si narra di un nutrito gruppo di nobildonne, realmente esistite alla corte di Robert d'Anjou, che sotto la salda guida di Diana animano una caccia dai toni talvolta drammatici, talvolta di divertita freschezza. Lupi, capri, cervi, pantere, serpenti, struzzi, elefanti, orsi, leoni e un unicorno -- animali reali e fantastici quanto feroci -- sono i principali obiettivi degli abili archi imbracciati dalle giovani nobildonne istigate dalla dea della caccia a una vera e propria ecatombe. Grazie però a un provvidenziale intervento di Venere che interrompe la caccia e trasforma le bestie in uomini, trionfa con toni di un certo moralismo l'amore, che pone stilnovisticamente la donna al centro.
Quello che colpisce fuor di dubbio è la similitudine, dal punto di vista della struttura poetica, tra quest'opera di Boccaccio e le coeve cacce musicali. Pur nella loro brevità, alla descrizione dell'azione, resa ancor più concitata ed espressionistica dal largo uso dell'onomatopea, dei dialoghi e delle grida, segue di norma una conclusione -- che corrisponde al cosiddetto 'ritornello' -- in cui si esplicita il tema amoroso, talvolta ammantato di toni moralistici (come nel caso della conclusione di Per sparverare). La caccia, sia essa di animali di terra o di acqua, è quasi sempre, come avviene nella Caccia di Diana, metafora della conquista amorosa. È interessante sottolineare come in alcune cacce (Per larghi prati di Giovanni da Firenze e Così pensoso di Francesco Landini) siano le donne a essere protagoniste -- come del resto avviene anche in frequenti esempi iconografici -- facendo emergere un possibile rapporto di parentela tra il poemetto di Boccaccio e l'omonimo genere musicale; in questo senso è ancor più sorprendente la similitudine testuale tra alcuni versi della Caccia di Diana e il testo di Per larghi prati:
[...] due leggiadre e belle giovinette [...] vestite strette, sì belle e piacenti [...] Le quali, andando sì a poco a poco,
d'archi e di saette bene armate, fra sé cantando e facendosi gioco (Caccia di Diana)
[...] leggiadre donne e vaghe donzellette/ vestite strette e coi capelli sciolti/con archi, con turcassi e con saette
e con levrieri a man correan cacciando [...] (Per larghi prati)
Le sofisticate ribalderie delle cacce -- tanto quelle recitate quanto quelle cantate -- si mescolano, nel nostro programma, alle suggestioni più sottili di ballate, madrigali e danze che conferiscono ulteriori sfumature all'arazzo di una società ebbra di un umanesmo in fieri, non a caso ormai da tempo ammaliata dalle vestigia della mitologia classica, come dimostra la chiusa della della caccia Con bracchi assai.
L'assoluta osmosi musica-poesia tipica del Dolce Stil Novo è il filo conduttore di questo nostro 'teatro in musica' trecentesco, in cui l'interpolazione tra testo e musica ricorda, idealmente, la prassi due-trecentesca di ambiente francese testimoniata da opere quali le Jeu de Robin et Marion di Adam de la Halle, il Roman de Fauvel di Gervès du Bus e Chaillou de Pesstain o il Remede de Fortune di Guillaume de Machaut.

Claudia Caffagni

Видео LA CACCIA DI DIANA - LaReverdie - Mantova Musica Antica канала Marco Scansani