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Alla scoperta dell'Eremo di Santa Caterina del Sasso, con Chiara Pirovano

Alla scoperta dell'Eremo di Santa Caterina del Sasso
con Chiara Pirovano, storica dell'arte

(Si ringrazia l'ente del turismo e la provincia di Varese per la disponibilità e la collaborazione)

"In territorio varesino un piccolo gioiello di architettura religiosa abbarbicato sulle pareti rocciose della sponda lombarda del Verbano: l'Eremo di Santa Caterina del Sasso
ll bisogno di Dio, innato nell’uomo, si traduce spesso in piccoli o grandi gioielli di edilizia sacra che restano a imperitura testimonianza di preghiere, voti e grazie chieste da anime smarrite nei momenti di timore e paura per eventi che vanno oltre le umane forze.
Nascono così luoghi di inattesa bellezza in cui si percepisce l’incontro tra fede, arte e natura: si crea un equilibrio a tre che garantisce, a volte miracolosamente, la sopravvivenza di mete di pellegrinaggio che pure subiscono lunghi periodi di abbandono, degrado o catastrofi naturali.
Poco oltre il confine svizzero, in territorio varesino, si percepisce un tale sentore nell’eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro, un piccolo complesso di architettura religiosa abbarbicato sulle pareti rocciose della sponda lombarda del Verbano.
L’attuale complesso deve i suoi albori al Beato Alberto Besozzi, eremita fondatore, e agli abitanti di Arolo che, in cambio di una grazia, costruirono in quel luogo scosceso, il sacello*, tutt’ora esistente, dedicato a Santa Caterina d’Alessandria, verso la fine del XII secolo.
Ben presto il luogo divenne assai frequentato da eremiti e pellegrini ed entro l’inizio del ‘300 i documenti ci indicano la presenza, per lo meno in fieri, di un monastero con annessa chiesa in via di costruzione, citata come San Nicolao.
Il complesso monumentale di Santa Caterina del Sasso può definirsi come composito date le modifiche strutturali subite dalla fine del XII secolo in avanti, in seguito anche ai cambiamenti di gestione e di proprietà dei terreni nel corso dei secoli.
Vari gli ordini religiosi che, dal tempo del beato eremita in poi, si avvicendarono nella cura di questi luoghi.
Tre i nuclei principali dell’eremo che oggi si possono visitare.
Sceso il ripido sentiero a gradini, si accede al convento meridionale, forse sviluppatosi intorno ad un nucleo più antico, una sala gotica risalente al XIV secolo; affreschi di varie epoche ne compongono l’apparato decorativo, spicca l’interessante frammento, raffigurante alcuni armigeri, che resta a testimonianza del ciclo pittorico trecentesco.
S’incontra poi il secondo nucleo, il conventino, costruito verso il 1315 - 1320, rimaneggiato successivamente. Sotto il suo porticato sono visibili le scene di una danza della morte o danza macabra, tematica cara alla spiritualità seicentesca e che deve le sue origini al pietismo popolare del nord Europa dei secoli XIV e XV: le scene rimarcano l’ineluttabilità dell’uguaglianza degli uomini di fronte alla morte, comprensibile solo alla luce del mistero cristiano.
Infine, attraversato il portico rinascimentale, si accede al terzo importante nucleo del complesso, la chiesa di Santa Caterina, realizzata nel XVI secolo.
La chiesa attuale ha inglobato ciò che restava degli edifici preesistenti: grazie anche alla pavimentazione e alle volte che presentano livelli differenti, emergono, agli occhi del visitatore, tre zone ben distinte che corrispondono alle tre cappelle attuali di San Nicolao, Santa Caterina e Santa Maria Nova, che coinciderebbero con le parti absidali sopravvissute delle tre chiese precedenti.
Nella parte finale dell’aula ecclesiale troviamo il già citato sacello di Santa Caterina*, risalente al 1195, che, pur rimaneggiato nel corso dei secoli, resta il cuore dell’eremo. Costruito, come vuole la leggenda, su indicazioni del Beato Alberto, secondo le stesse misure del sepolcro di Santa Caterina d’Alessandria sul monte Sinai, conserva dal 1535 le reliquie del Beato Alberto; all’esterno decorato con affreschi risalenti al XVI secolo, mentre l’interno presenta un ciclo pittorico realizzato nel 1640 per volontà del priore dell’epoca Francesco Martignoni.
L’eremo di Santa Caterina del Sasso, oggi gestito da un gruppo di oblati benedettini, grazie ad una serie di massicci interventi di restauro e ammodernamento delle vie d’accesso, verificatisi in special modo negli ultimi decenni, è attualmente visitabile in tutto il suo splendore.
Una preziosa pagina di storia e storia dell’arte scritta da maestranze e committenti originari
di questi luoghi, dove si respira da secoli quella pietas popolare che, come in molte altre mete di pellegrinaggio, pare non correre mai il rischio di affievolirsi."

Produzione Caritas Ticino 2020
https://www.caritas-ticino.ch/

Ulteriori informazioni sull'eremo di Santa Caterina:
http://www.santacaterinadelsasso.com/

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Информация о видео
8 апреля 2020 г. 18:30:30
00:11:13
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