Enrico Melozzi: Sinfonia Notturna in re Minore - The Night Symphony - Orchestra Notturna Clandestina
Orchestra Notturna Clandestina conducted by Enrico Melozzi
L’ultimo lavoro sinfonico di Enrico Melozzi, compositore e direttore d’orchestra italiano, è in uscita il 19 novembre su tutte le piattaforme digitali. Melozzi è uno dei compositori e direttori d’orchestra più affermati in Italia, ed è noto per la sua capacità di passare da un genere a un altro con disinvoltura ed eclettismo. Lo abbiamo recentemente visto su Raiuno come Maestro Concertatore della Notte della Taranta assieme a Madame (facendo registrare il record storico di ascolti per la manifestazione di musica popolare più famosa d’Europa), e ancora al fianco dei Maneskin per cui ha orchestrato “Zitti & Buoni” e “Amandoti” a Sanremo 2021, dirigendo l’orchestra del festival e accompagnando la band romana al successo che avrebbe spalancato le porte dell’Eurovision e quindi del successo planetario.
La Sinfonia Notturna, l’ultimo lavoro sinfonico di Melozzi, è un brano potente, romantico, riflessivo, esplosivo e glorioso, composto in 4 lunghe notti durante la stretta del lock-down natalizio del 2020. A interpretare questa stupenda Sinfonia è l’Orchestra Notturna Clandestina, diretta dall’autore. E’ stata incisa nell’aprile 2021 al Salone Margherita di Roma, storica sala teatrale di fine 800, da Davide Dell’Amore e Fabrizio Ludovici. Si compone di quattro movimenti, proprio come in una sinfonia classica, e anche il linguaggio sembra riportare alla mente le tarde sinfonie di Mozart o le prime sinfonie di Beethoven. L’album è completato dall’interpretazione piena di novità stilistiche dell’Ouverture Coriolano di Beethoven (non a caso!), e del primo movimento dell’opera più celebre del compositore russo Nicolay Rimsky-Korsakov, Sheherazade, che vede il solo del violino di spalla Valentina del Re, e la partecipazione al violoncello del grande Giovanni Sollima, che ha affettuosamente dichiarato: “La Sinfonia Notturna di Melox spacca! Io l’ho vista nascere, ho visto nascere i temi, le idee, i percorsi armonici e ritmici, e li ho visti crescere e sviluppare magicamente e in modo naturale e spontaneo, un po’ come si racconta una storia. C’è uno sguardo colto e attento al passato - che non è un relitto, anzi! - soprattutto alle grandi architetture sinfoniche e c’è quello che desideriamo: emozionarci, senza chiusure o rigidità o rigori punitivi. C’è energia esplosiva e una sana voglia di esprimersi dopo mesi sospesi e di silenzio forzato. C’è Melox riconoscibile fin dalla prima nota. E poi, almeno per me, la Sinfonia Notturna è italiana, italianissima, sembra toccarli con mano i temi del primo e dell’ultimo movimento, sembrano luoghi, ti sembra di vederli e non li dimentichi. Ma non è finito; il titolo Night Symphony include anche Beethoven e Rimsky Korsakov con due titoli emblematici che sembrano dialogare tra di loro e con la Sinfonia notturna. E infine: sono felice - nel mio piccolo - di aver partecipato con il breve solo di violoncello in Scheherazade”.
Il famoso pianista Giuseppe Andaloro ha commentato così il brano dopo averlo ascoltato in anteprima.
"Il tempo è uguale all'eternità" diceva Einstein. È stata confermata la teoria "enternalistica" del tempo secondo cui non esiste separazione tra passato presente e futuro; tutto il tempo esiste in un blocco unico. Partendo da questa brevissima nozione di fisica teorica sul tempo, voglio collegarmi all'esperienza diretta nell'ascolto della Sinfonia "Notturna" di Enrico Melozzi: formalmente ineccepibile (rispetto e gloria della tradizione! Ma quanta musica conosce? Quanto diavolo ha studiato quest'uomo per arrivare a questo?), orchestrazione avvincente e in certi momenti del tutto inaspettata: il mandolino che si interseca nel tessuto orchestrale prima, e poi diventa voce tematica malinconicissima, dipingendo all'istante emozioni filmiche in bianco e nero. E poi fantasia e gusto, unitamente alla sapienza contrappuntistica e di forme musicali storicamente assodate e universalmente riconosciute come "archetipo" della perfezione formale. Tutti questi pensieri e queste valutazioni avvenivano lungo il corso dei 4 (perfetti) movimenti della sinfonia. Nella grazia di una bellezza trovata e non più solo cercata. Nel lavoro di 'sottrazione' compiuto e totalmente riuscito da parte di un creatore di suoni, di un musicista vero e sicuro di quello che ha scritto, di quello che ha detto. Così, nel cuore della notte. E se vi si scorgono riferimenti estetici (meglio definirli assimilazioni, interiorizzazioni, "depensamenti") riconducibili a Mozart, Bruckner o Coltrane o altro ancora, non è che espressione sincera e libera, e viva, assolutamente contemporanea nell'accezione più rosea e felice del termine. Abbattendo i vincoli mentali e umani del tempo, il passato e il futuro si fondono e vivono in un unico blocco, convivendo eternamente e contemporaneamente.
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L’ultimo lavoro sinfonico di Enrico Melozzi, compositore e direttore d’orchestra italiano, è in uscita il 19 novembre su tutte le piattaforme digitali. Melozzi è uno dei compositori e direttori d’orchestra più affermati in Italia, ed è noto per la sua capacità di passare da un genere a un altro con disinvoltura ed eclettismo. Lo abbiamo recentemente visto su Raiuno come Maestro Concertatore della Notte della Taranta assieme a Madame (facendo registrare il record storico di ascolti per la manifestazione di musica popolare più famosa d’Europa), e ancora al fianco dei Maneskin per cui ha orchestrato “Zitti & Buoni” e “Amandoti” a Sanremo 2021, dirigendo l’orchestra del festival e accompagnando la band romana al successo che avrebbe spalancato le porte dell’Eurovision e quindi del successo planetario.
La Sinfonia Notturna, l’ultimo lavoro sinfonico di Melozzi, è un brano potente, romantico, riflessivo, esplosivo e glorioso, composto in 4 lunghe notti durante la stretta del lock-down natalizio del 2020. A interpretare questa stupenda Sinfonia è l’Orchestra Notturna Clandestina, diretta dall’autore. E’ stata incisa nell’aprile 2021 al Salone Margherita di Roma, storica sala teatrale di fine 800, da Davide Dell’Amore e Fabrizio Ludovici. Si compone di quattro movimenti, proprio come in una sinfonia classica, e anche il linguaggio sembra riportare alla mente le tarde sinfonie di Mozart o le prime sinfonie di Beethoven. L’album è completato dall’interpretazione piena di novità stilistiche dell’Ouverture Coriolano di Beethoven (non a caso!), e del primo movimento dell’opera più celebre del compositore russo Nicolay Rimsky-Korsakov, Sheherazade, che vede il solo del violino di spalla Valentina del Re, e la partecipazione al violoncello del grande Giovanni Sollima, che ha affettuosamente dichiarato: “La Sinfonia Notturna di Melox spacca! Io l’ho vista nascere, ho visto nascere i temi, le idee, i percorsi armonici e ritmici, e li ho visti crescere e sviluppare magicamente e in modo naturale e spontaneo, un po’ come si racconta una storia. C’è uno sguardo colto e attento al passato - che non è un relitto, anzi! - soprattutto alle grandi architetture sinfoniche e c’è quello che desideriamo: emozionarci, senza chiusure o rigidità o rigori punitivi. C’è energia esplosiva e una sana voglia di esprimersi dopo mesi sospesi e di silenzio forzato. C’è Melox riconoscibile fin dalla prima nota. E poi, almeno per me, la Sinfonia Notturna è italiana, italianissima, sembra toccarli con mano i temi del primo e dell’ultimo movimento, sembrano luoghi, ti sembra di vederli e non li dimentichi. Ma non è finito; il titolo Night Symphony include anche Beethoven e Rimsky Korsakov con due titoli emblematici che sembrano dialogare tra di loro e con la Sinfonia notturna. E infine: sono felice - nel mio piccolo - di aver partecipato con il breve solo di violoncello in Scheherazade”.
Il famoso pianista Giuseppe Andaloro ha commentato così il brano dopo averlo ascoltato in anteprima.
"Il tempo è uguale all'eternità" diceva Einstein. È stata confermata la teoria "enternalistica" del tempo secondo cui non esiste separazione tra passato presente e futuro; tutto il tempo esiste in un blocco unico. Partendo da questa brevissima nozione di fisica teorica sul tempo, voglio collegarmi all'esperienza diretta nell'ascolto della Sinfonia "Notturna" di Enrico Melozzi: formalmente ineccepibile (rispetto e gloria della tradizione! Ma quanta musica conosce? Quanto diavolo ha studiato quest'uomo per arrivare a questo?), orchestrazione avvincente e in certi momenti del tutto inaspettata: il mandolino che si interseca nel tessuto orchestrale prima, e poi diventa voce tematica malinconicissima, dipingendo all'istante emozioni filmiche in bianco e nero. E poi fantasia e gusto, unitamente alla sapienza contrappuntistica e di forme musicali storicamente assodate e universalmente riconosciute come "archetipo" della perfezione formale. Tutti questi pensieri e queste valutazioni avvenivano lungo il corso dei 4 (perfetti) movimenti della sinfonia. Nella grazia di una bellezza trovata e non più solo cercata. Nel lavoro di 'sottrazione' compiuto e totalmente riuscito da parte di un creatore di suoni, di un musicista vero e sicuro di quello che ha scritto, di quello che ha detto. Così, nel cuore della notte. E se vi si scorgono riferimenti estetici (meglio definirli assimilazioni, interiorizzazioni, "depensamenti") riconducibili a Mozart, Bruckner o Coltrane o altro ancora, non è che espressione sincera e libera, e viva, assolutamente contemporanea nell'accezione più rosea e felice del termine. Abbattendo i vincoli mentali e umani del tempo, il passato e il futuro si fondono e vivono in un unico blocco, convivendo eternamente e contemporaneamente.
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