L' addio della sera a Gesù sacramentato - dagli scritti di Luisa Piccarreta
O mio Gesù, prigioniero celeste, già il sole è al tramonto e le tenebre invadono la terra, e tu resti solo nel tabernacolo d’amore!
Parmi di vederti atteggiato a mestizia per la solitudine della notte, non avendo attorno a te la corona dei tuoi figli e delle tue tenere spose, che almeno ti facciano compagnia alla tua volontaria prigionia.
O mio divin prigioniero, anch’io mi sento stringere il cuore nel dovermi allontanare da te, e son costretta a dirti addio! Ma che dico, o Gesù, mai più addio, non ho il coraggio di lasciarti solo, addio con le labbra, ma non col cuore; anzi il mio cuore lo lascio insieme con te nel tabernacolo. Conterò i tuoi palpiti e vi corrisponderò con un mio palpito d’amore, numererò i tuoi affannosi sospiri e per rinfrancarti ti farò riposare nelle mie braccia. Ti farò da vigile sentinella, starò tanto attenta a guardare se qualche cosa t’affligge o ti addolora, non solo per non lasciarti mai solo, ma per prendere parte a tutte le tue pene.
O cuore del mio cuore, o amore del mio amore, lascia quest’aria di mestizia e consolati, non mi dà il cuore di vederti afflitto; mentre con le labbra ti dico addio, ti lascio i miei respiri, i miei affetti, i miei pensieri, i miei desideri e tutti i miei movimenti, che inanellando tra loro continui atti d’amore, uniti ai tuoi ti formeranno corona che ti ameranno per tutti; non sei contento, o Gesù? Pare che mi dici di sì, non è vero?
Addio, o amante prigioniero; ma non ho finito ancora, prima che io parta voglio lasciarti anche il mio corpo innanzi a te. Intendo delle mie carni, delle mie ossa, fare tanti minutissimi pezzi per formare tante lampade per quanti tabernacoli esistono nel mondo, e del mio sangue tante fiammelle per accendere queste lampade, ed in ogni tabernacolo intendo di mettere la mia lampada, che unendosi alla lampada del tabernacolo che ti rischiara la notte, ti dirà: “Ti amo, ti adoro, ti benedico, ti riparo e ti ringrazio per me e per tutti”. Addio, o Gesù, ma senti un’altra parola ancora: patteggiamo, ed il patto sia che ci ameremo di più. Mi darai più amore, mi chiuderai nel tuo amore, mi farai vivere d’amore e mi seppellirai nel tuo amore; stringiamo più forte il vincolo dell’amore, sarò sol contenta se mi darai il tuo amore per poterti amare davvero.
Addio, o Gesù, benedite me, benedite tutti. Stringimi al tuo cuore, imprigionami nell’amor tuo, e ti lascio con lo scoccarti un bacio sul cuore. Addio, addio.
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Parmi di vederti atteggiato a mestizia per la solitudine della notte, non avendo attorno a te la corona dei tuoi figli e delle tue tenere spose, che almeno ti facciano compagnia alla tua volontaria prigionia.
O mio divin prigioniero, anch’io mi sento stringere il cuore nel dovermi allontanare da te, e son costretta a dirti addio! Ma che dico, o Gesù, mai più addio, non ho il coraggio di lasciarti solo, addio con le labbra, ma non col cuore; anzi il mio cuore lo lascio insieme con te nel tabernacolo. Conterò i tuoi palpiti e vi corrisponderò con un mio palpito d’amore, numererò i tuoi affannosi sospiri e per rinfrancarti ti farò riposare nelle mie braccia. Ti farò da vigile sentinella, starò tanto attenta a guardare se qualche cosa t’affligge o ti addolora, non solo per non lasciarti mai solo, ma per prendere parte a tutte le tue pene.
O cuore del mio cuore, o amore del mio amore, lascia quest’aria di mestizia e consolati, non mi dà il cuore di vederti afflitto; mentre con le labbra ti dico addio, ti lascio i miei respiri, i miei affetti, i miei pensieri, i miei desideri e tutti i miei movimenti, che inanellando tra loro continui atti d’amore, uniti ai tuoi ti formeranno corona che ti ameranno per tutti; non sei contento, o Gesù? Pare che mi dici di sì, non è vero?
Addio, o amante prigioniero; ma non ho finito ancora, prima che io parta voglio lasciarti anche il mio corpo innanzi a te. Intendo delle mie carni, delle mie ossa, fare tanti minutissimi pezzi per formare tante lampade per quanti tabernacoli esistono nel mondo, e del mio sangue tante fiammelle per accendere queste lampade, ed in ogni tabernacolo intendo di mettere la mia lampada, che unendosi alla lampada del tabernacolo che ti rischiara la notte, ti dirà: “Ti amo, ti adoro, ti benedico, ti riparo e ti ringrazio per me e per tutti”. Addio, o Gesù, ma senti un’altra parola ancora: patteggiamo, ed il patto sia che ci ameremo di più. Mi darai più amore, mi chiuderai nel tuo amore, mi farai vivere d’amore e mi seppellirai nel tuo amore; stringiamo più forte il vincolo dell’amore, sarò sol contenta se mi darai il tuo amore per poterti amare davvero.
Addio, o Gesù, benedite me, benedite tutti. Stringimi al tuo cuore, imprigionami nell’amor tuo, e ti lascio con lo scoccarti un bacio sul cuore. Addio, addio.
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