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PIZZO Pasqua Giovedì Santo

www.retecalabria.it È il primo giorno del triduo Pasquale in cui si commemora l'ultima cena del Signore. Nella mattinata nella Cattedrale di Mileto vengono benedetti gli oli sacri.Durante la messa "in Coena Domini" chiamata dai pizzitani "Missa d'i Missi", nel Duomo di San Giorgio, si svolge la lavanda dei piedi da parte del sacerdote ai dodici apostoli. Gli apostoli arrivano in processione dalla Chiesa di San Sebastiano, vestono con paramenti di vario colore e con in testa un mantello accuratamente ripiegato. Fino a qualche anno fa, gli apostoli, portavano in testa una bionda parrucca.
Durante la Santa Messa, dopo l'intonazione del Gloria, vengono "legate" le campane fino alla mezzanotte del Sabato Santo quando suonerà la Gloria della resurrezione, e al loro posto viene utilizzata "à tocca", consistente in una tavoletta rettangolare sulle cui facce sono montate due grosse maniglie. Durante la consacrazione è il sacrestano che fa ascoltare il suo sordo suono, facendola ruotare velocemente.
Nelle chiese in cui non vengono celebrate le funzioni del giovedì Santo, vengono spogliati gli altari dai paramenti, coperti i crocefissi con un panno viola, colore della passione di Cristo, e preparati i "luoghi di adorazione" conosciuti come "sepolcri".
Per l'occasione vengono rispolverati dipinti di inizio 1900, di pittori locali Zimatore e Grillo, raffiguranti la passione e morte di Gesù Cristo.
Ad adornare i Sepolcri, accanto ai fiori e lumini, vi sono i "piatti d'u sepurcu", consistenti in vasi pieni di germogli di grano ornati di fiori e nastrini colorati. La loro preparazione inizia il primo venerdì di marzo, quando si mettono a germogliare in luoghi bui.
Unica eccezione a questa tradizione è San Sebastiano, la cui congrega di artigiani è rimasta fedele alla tradizione di adornare l'altare con garofani rossi, simbolo della chiesa che custodisce le statue della passio e la vara del Cristo morto.
Al termine delle Celebrazioni inizia l'adorazione ai sepolcri. Le strade del centro si animano di gente e di congreghe che fino a tarda notte si "giurijanu i chiesi". Un tempo i giovani approfittavano di questa occasione per dichiararsi ufficialmente.
Una credenza popolare vuole che il numero di chiese visitate sia dispari.
Le chiese rimangono aperte tutta la notte per consentire ai fedeli di fare "à nuttata", cioè di adorare il santo sepolcro per tutta la notte. Durante il periodo borbonico questa era una buona occasione data ai fuggiaschi per incontrare parenti ed amici nelle chiese , infatti era proibito catturarli in questi luoghi sacri..
Fino alla prima metà del Novecento era uso che certi aristocratici indossassero eleganti abiti di cerimonia neri. Le donne dell'alta borghesia portavano il cappello con veletta, le donne del popolo, invece, portavano "u crespu", velo nero che veniva indossato nei lutti.

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27 марта 2011 г. 21:29:58
00:06:19
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