La guerra di tutti contro tutti. NOIRESTIAMO con il prof. Calchi Novati
La Campagna NoiRestiamo si scusa ma, per problemi tecnici lagati alla registrazione del video e dell'audio, l'ultima parte -in particolare quella delle domande dal pubblico- risulta carente di alcuni minuti. Abbiamo optato per mettere il rimanente, seppur incompleto, a disposizione del pubblico.
➤ La guerra di tutti contro tutti
Il caso della Libia e i progetti d’intervento dell’Italia
● Linee di rottura e punti di convergenza nella competizione globale
● Si prepara la 4a guerra di Libia per spartirsi il cadavere di uno stato?
● Le asimmetrie possibili tra imperialismi, NATO, “regime change”, jihadismo e potenze regionali
● Dopo le mobilitazioni nazionali del 16 gennaio, rilanciare l’opposizione organizzata a uno stato di guerra permanente che dura da 25 anni
Mentre le dichiarazioni e le controdichiarazioni si affastellano a ritmo sempre più incalzante sulle colonne dei giornali e nell’informazione generalista, il governo Renzi si appresta a prepare il terreno e l’umore del paese in quelle che appaiono come le settimane che precedono l’ennesima aggressione ai danni della popolazione libica.
Tra mille interessi in conflitto tra loro, è possibile che l’Italia si faccia promotrice di un intervento miltiare che miri a ristabilire il suo primato nazionale sul controllo di quella che l’attacco del 2011 ha reso una terra di nessuno?
Quali interessi ha l’amministrazione Obama nel portare la “patata bollente” nel giadino di casa dei cugini/rivali europei mentre tentano di costruire le proprie istituzioni comunitarie regolando un anello di fuoco che circonda l’intero continente?
Che partita è disposto a giocare l’establishment italiano pur di spuntare un posto nella sala dei bottoni in giorni in cui l’acuirsi della crisi economica, l’escalation militare e i flussi migratori stanno dando un nuovo impulso nella delineazione degli assetti dell’Unione Europea?
In quali forme la NATO oggi rilancia il suo ruolo di camera di compensazione tra interessi diversi in funzione anti-orientale?
Perchè la vulgata mainstream non si assume la responsabilità di denunciare la natura sempre più evidente dei rapporti con il regime di Al Sisi e con gli jihadisti che si dice di voler combattere?
L’approviggionamento energetico, il rilancio di una strategia fallita in Siria, la posizione strategicamente fondamentale della Libia sul piano geopolitico, la sproporzione di forze in campo tra gli interessi occidentali e quelli delle popolazioni arabe…sono solo i contorni entro cui si accendono i motori verso un nuovo programma di morte e distruzione.
Indagheremo insieme queste tematiche, consci che la partita in atto è parte di quel percorso generale in cui la negazione del presente per i popoli a noi vicini è l’altra faccia della negazione di futuro per un intero segmento generazionale alle nostre latitudini. Lo sviluppo di un sistema di sfruttamento passa oggi nuovamente anche attraverso il rilancio dello scontro di civiltá.
Respingerlo richiede un progetto articolato, a maggior ragione in tempi in cui le forze di classe subiscono in modo sempre più evidente le conseguenze di una perdita di terreno.
Dopo le importanti mobilitazioni nazionali del 16 gennaio promosse dalla Piattaforma Sociale Eurostop.info, è il momento costruire sui territori l’organizzazione necessaria per rilanciare un piano di lotta complessivo.
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Saremo accompagnati nell’analisi dal prof. Gian Paolo Calchi Novati, uno dei maggiori africanisti italiani, esperto del tormentato rapporto coloniale italiano con la Libia. Per maggiori info: http://www.ispionline.it/en/ricercatore/gian-paolo-calchi-novati
Видео La guerra di tutti contro tutti. NOIRESTIAMO con il prof. Calchi Novati канала Cambiare Rotta
➤ La guerra di tutti contro tutti
Il caso della Libia e i progetti d’intervento dell’Italia
● Linee di rottura e punti di convergenza nella competizione globale
● Si prepara la 4a guerra di Libia per spartirsi il cadavere di uno stato?
● Le asimmetrie possibili tra imperialismi, NATO, “regime change”, jihadismo e potenze regionali
● Dopo le mobilitazioni nazionali del 16 gennaio, rilanciare l’opposizione organizzata a uno stato di guerra permanente che dura da 25 anni
Mentre le dichiarazioni e le controdichiarazioni si affastellano a ritmo sempre più incalzante sulle colonne dei giornali e nell’informazione generalista, il governo Renzi si appresta a prepare il terreno e l’umore del paese in quelle che appaiono come le settimane che precedono l’ennesima aggressione ai danni della popolazione libica.
Tra mille interessi in conflitto tra loro, è possibile che l’Italia si faccia promotrice di un intervento miltiare che miri a ristabilire il suo primato nazionale sul controllo di quella che l’attacco del 2011 ha reso una terra di nessuno?
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Che partita è disposto a giocare l’establishment italiano pur di spuntare un posto nella sala dei bottoni in giorni in cui l’acuirsi della crisi economica, l’escalation militare e i flussi migratori stanno dando un nuovo impulso nella delineazione degli assetti dell’Unione Europea?
In quali forme la NATO oggi rilancia il suo ruolo di camera di compensazione tra interessi diversi in funzione anti-orientale?
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L’approviggionamento energetico, il rilancio di una strategia fallita in Siria, la posizione strategicamente fondamentale della Libia sul piano geopolitico, la sproporzione di forze in campo tra gli interessi occidentali e quelli delle popolazioni arabe…sono solo i contorni entro cui si accendono i motori verso un nuovo programma di morte e distruzione.
Indagheremo insieme queste tematiche, consci che la partita in atto è parte di quel percorso generale in cui la negazione del presente per i popoli a noi vicini è l’altra faccia della negazione di futuro per un intero segmento generazionale alle nostre latitudini. Lo sviluppo di un sistema di sfruttamento passa oggi nuovamente anche attraverso il rilancio dello scontro di civiltá.
Respingerlo richiede un progetto articolato, a maggior ragione in tempi in cui le forze di classe subiscono in modo sempre più evidente le conseguenze di una perdita di terreno.
Dopo le importanti mobilitazioni nazionali del 16 gennaio promosse dalla Piattaforma Sociale Eurostop.info, è il momento costruire sui territori l’organizzazione necessaria per rilanciare un piano di lotta complessivo.
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Saremo accompagnati nell’analisi dal prof. Gian Paolo Calchi Novati, uno dei maggiori africanisti italiani, esperto del tormentato rapporto coloniale italiano con la Libia. Per maggiori info: http://www.ispionline.it/en/ricercatore/gian-paolo-calchi-novati
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