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Antropologia culturale Modulo A 03 del 9 ottobre 2020: apprendere la varietà

(UNA VERSIONE PIU' DETTAGLIATA DEI CONTENUTI DI QUESTA LEZIONE SI TROVA SUL BLOG. QUI C'E' IL LIMITE DI 5000 CARATTERI)
Nel corso della lezione siamo partiti (dal minuto 11:45) da dove avevamo finito, e cioè la varietà culturale. La varietà culturale quindi, essendo legata alla nostra disposizione simbolica, è veramente enormemente vasta: nessun essere umano, da solo, può immaginare tutto l'immaginabile, ma sicuramente gli esseri umani nel corso della storia, dentro la varietà culturale (le diverse "immaginazioni") che li caratterizza, hanno immaginato COME SPECIE ben oltre l'immaginabile individuale. E una cosa evidente è che queste immaginazioni possono essere in contrasto, opposte da posto a posto, o da tempo a tempo. Pensate a come la pensiamo noi anziani all'utilizzo del social e l'uso che mediamente ne fate voi. Noi abbiamo Facebook come se fosse un salotto di casa, voi usate Instagram come un razzo spaziale per andarvene in giro per il mondo. Pensate ad esempio alle differenze sui gusti estetici.
Per avere un esempio di come possono essere veramente divergenti i gusti e i giudizi culturali, abbiamo visto insieme un breve video che ci racconta quella che ho definito "l'inevitabile tristezza giapponese di Julia Roberts. Il video è un inglese ma l'ho tradotto in consecutiva:
Cosa diavolo è OCHOBO?
https://youtu.be/A5kTiP4wDQU
Un punto centrale di questa forma complessiva umana della diversità è che istituisce una importante differenza con la diversità comportamentale entro le specie animali. Nessun essere umano pratica TUTTE le tradizioni culturali, ognuno di noi finisce per praticarne alcune, e molti sentono di praticarne una e una sola, ma la IDOSINCRATICITÀ (vale a dire l’unicità esclusiva) della pratica non è mai specificante, cioè NON fa di quei praticanti un gruppo biologicamente separato da coloro che hanno pratiche diverse, proprio perché il nostro sapere è principalmente acquisito e trasmesso per vie non-biologiche.
Conclusa questa prima parte sulla VARIETÀ del culturale umano, abbiamo ripreso la questione dell'APPRENDIMENTO.
FORMALE vs INFORMALE (l'elaborazione del GUSTO, cenni di Pierre Bourdieu). Per questo aspetto, abbiamo visto come “sappiamo” un sacco di cose, su quale sia un cantante veramente da adorare e quali invece facciano “schifo”, oppure se vediamo un gruppo di persone di un certo ceto sociale è relativamente facile individuare l’eccezione che proviene da un’altra classe, e questo grazie a “competenze” specifiche che abbiamo ovviamente appreso, anche se fatichiamo a dire come e dove e da chi.
Sul SAPERE CORPOREO e SAPERE LINGUISTICO abbiamo riflettuto un po’ frettolosamente, ma possiamo sintetizzare il fatto che il sapere corporeo, in particolare quello della mano, le tecniche dell’artigianato e dei mestieri (“rubare con gli occhi”), si pongono quasi consapevolmente in contrapposizione al sapere linguistico (e non abbiamo avuto tempo di riflettere quanto questa contrapposizione sia anche “ideologica”, vale a dire utilizzabile con intenti politici, opponendo la “concretezza” alla “teoria”, il “saper fare” al “parlare vuoto”).
Sul sapere del corpo abbiamo visto qualche secondo da questo, video, che parla di Paolo Brandolisio, un "remèr" o "forcolaio" veneziano: https://youtu.be/mOkxTjtUT1s?t=116
E questo invece è un video (che non abbiamo fatto in tempo a vedere) sul "più veloce parlatore del mondo", come esempio esasperato di sapere linguistico (anche se in questo caso specifico diventa quasi corporeo...):
https://youtu.be/ExKCcndqK5c?t=41
Nell'ultima parte della lezione abbiamo toccato un'altra distinzione che gli antropologi NON fanno ma che considerano comunque essenziale dato che tutte le culture la fanno eccome: la GERARCHIA DEI SAPERI, la valutazione culturale di ciò che si sa in una scala gerarchica, e per esemplificare un poco abbiamo parlato dei vostri fidanzati e delle vostre fidanzate, facendo un piccolo test che, nonostante le resistenze di qualcuno espresse nella chat durante la lezione, ha confermato il fatto che tutte le culture istituiscono GERARCHIE DI VALORI, attribuendo più prestigio ai portatori di certe competenze e non di altre.
Ci siamo lasciati dicendo che la prossima lezione si aprirà con una riflessione su una delle cose più conturbanti del sapere culturale, e cioè il suo essere molto spesso subconscio: ci sono test che dimostrano che abbiamo delle regole in testa e che le applichiamo con estremo rigore, eppure se non si è passato un processo di istruzione formale di istruzione non abbiamo la minima idea di avere quelle regole e di applicarle.

Видео Antropologia culturale Modulo A 03 del 9 ottobre 2020: apprendere la varietà канала Piero Vereni
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10 октября 2020 г. 16:26:08
01:30:05
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