La pioniera dell'ecumenismo: Sorella Maria di Campello
Maria, al secolo Valeria Pignetti, è entrata nell'Istituto missionarie francescane di Maria nel 1901 per uscirne nel 1919 alla ricerca di una "vita nuova", prima con una compagna, poi con altre nello spirito della prima tradizione francescana da lei assunto con particolare adesione all’interpretazione evangelica e antidogmatica del santo di Assisi, offerta dalla Vie de Saint François d’Assise dello storico protestante Paul Sabatier, con cui intrattenne un affettuoso rapporto epistolare.
Dopo aver peregrinato per l'Italia, nel 1926 trova a Campello l'eremo dove vivrà con le sue sorelle e riesce a farlo restaurare soprattutto con gli aiuti procurati da Amy Turton, l'amica anglicana senese da lei definita "la mia prima compagna di preghiera".
Non ha voluto creare una congregazione né un nuovo ordine di monache ma ha vissuto in uno spirito di dialogo con altre confessioni cristiane. Per la prima volta, prima ancora della comunità di Taizé, si sperimentava l'idea di una comunità di tipo monastico dove vivessero insieme persone appartenenti a confessioni cristiane diverse. Le sorelle conviventi non hanno mai superato il numero di quindici ma ha fatto parte della comunità un gruppo più vasto di «fratelli e sorelle non conviventi» tra cui personalità come don Primo Mazzolari e Ernesto Buonaiuti.
In questo spirito, pur vivendo da eremita ha avuto rapporti di amicizia, coltivati soprattutto attraverso la corrispondenza con David Maria Turoldo, Zeno Saltini, Lanza del Vasto, Sadhu Sundar Singh, Gandhi, Albert Schweitzer, oltre ai già citati Ernesto Buonaiuti e don Primo Mazzolari. Amicizie e contatti l'hanno messa in relazione con alcuni promotori del dialogo ecumenico avviatosi nella prima metà del Novecento, come lo storico e filosofo delle religioni luterano Friedrich Heiler, la studiosa di misticismo anglicana en:Evelyn Underhill, il pastore riformato Giovanni Luzzi.
Questi legami, agli occhi del tempo "pericolosi" e non sempre approvati dall'autorità ecclesiastica, compresero anche diverse personalità cristiane non cattoliche (anglicane, valdesi, episcopaliane e di altre denominazioni protestanti) tanto da farla considerare da alcuni "una pioniera dell'ecumenismo", anche in relazione ad una sensibilità liturgica che la portava a raccogliere riti antichi provenienti da tutte le chiese e anche da altre religioni orientali.
#untestimonealgiorno #sorellamariadicampello #campello #ecumenismo #comunità
Видео La pioniera dell'ecumenismo: Sorella Maria di Campello канала catt_ch
Dopo aver peregrinato per l'Italia, nel 1926 trova a Campello l'eremo dove vivrà con le sue sorelle e riesce a farlo restaurare soprattutto con gli aiuti procurati da Amy Turton, l'amica anglicana senese da lei definita "la mia prima compagna di preghiera".
Non ha voluto creare una congregazione né un nuovo ordine di monache ma ha vissuto in uno spirito di dialogo con altre confessioni cristiane. Per la prima volta, prima ancora della comunità di Taizé, si sperimentava l'idea di una comunità di tipo monastico dove vivessero insieme persone appartenenti a confessioni cristiane diverse. Le sorelle conviventi non hanno mai superato il numero di quindici ma ha fatto parte della comunità un gruppo più vasto di «fratelli e sorelle non conviventi» tra cui personalità come don Primo Mazzolari e Ernesto Buonaiuti.
In questo spirito, pur vivendo da eremita ha avuto rapporti di amicizia, coltivati soprattutto attraverso la corrispondenza con David Maria Turoldo, Zeno Saltini, Lanza del Vasto, Sadhu Sundar Singh, Gandhi, Albert Schweitzer, oltre ai già citati Ernesto Buonaiuti e don Primo Mazzolari. Amicizie e contatti l'hanno messa in relazione con alcuni promotori del dialogo ecumenico avviatosi nella prima metà del Novecento, come lo storico e filosofo delle religioni luterano Friedrich Heiler, la studiosa di misticismo anglicana en:Evelyn Underhill, il pastore riformato Giovanni Luzzi.
Questi legami, agli occhi del tempo "pericolosi" e non sempre approvati dall'autorità ecclesiastica, compresero anche diverse personalità cristiane non cattoliche (anglicane, valdesi, episcopaliane e di altre denominazioni protestanti) tanto da farla considerare da alcuni "una pioniera dell'ecumenismo", anche in relazione ad una sensibilità liturgica che la portava a raccogliere riti antichi provenienti da tutte le chiese e anche da altre religioni orientali.
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