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GENOVA - I SEGRETI DELLA LANTERNA -

MUSICA
Gilberto Govi - Ma se ghe penso -
Bruno LauzI -Ma se ghe pensu -
I Trilli - Piccun dagghe cianin -
Storia della Lanterna di Genova

Simbolo della città di Genova, sita sul promontorio di Capo di Faro la Lanterna, con i suoi 76 metri di altezza, è il faro più alto del Mediterraneo, secondo in Europa.
L’attuale costruzione risale al 1543, ma pare che già nel 1128 venne edificata la prima torre, alta poco meno dell’esistente, con una struttura architettonica simile all’attuale, ma con tre tronchi merlati sovrapposti. Si trattava di una torre di guardia per annunciare l’arrivo di imbarcazioni sospette e divenuta nel tempo anche faro, sulla cui sommità si bruciavano fascine di steli secchi di erica (“brugo”) o di ginestra (“brusca”). per segnalare ai naviganti l’accesso al porto, ma solo alle navi amiche, mentre quelle sospette o in assetto di guerra venivano lasciate al buio e al rischio di infrangersi contro gli scogli…
I padroni delle navi dovevano pagare una tassa "pro igne facendo in capite fari" al momento dell'approdo.
Nel 1326 vi si installò la prima lanterna ad olio di oliva, la cui luce era concentrata in un fascio grazie a cristalli trasparenti prodotti da maestri vetrai liguri e veneziani e, nota curiosa, mantenuti puliti e brillanti con utilizzo del bianco d’uovo! La rappresentazione probabilmente più antica di questa prima Lanterna risale al 1371 e compare sulla copertina di un registro dell’autorità marittima del tempo.
Nel Quattrocento la torre fu adibita a prigione e custodì, tra gli altri, il re di Cipro.
Agli inizi del Cinquecento fu edificata la fortezza della Briglia, voluta da Luigi XII per le truppe che presidiavano la città: i genovesi, insorti contro i francesi, la bombardarono, danneggiando anche la Lanterna, ridotta a “mezza torre”. Nel 1543 essa venne ricostruita e le antiche merlature furono sostituite.
La torre sorgeva lungo la strada di collegamento tra Genova ed il ponente, la cosiddetta Via di Francia, che costeggiava l'arco portuale ed il Promontorio (che fu poi abbattuto nel 1926), sull'ultima propaggine della costa di Sampierdarena, allora luogo di villeggiatura, su cui si affacciavano numerosi palazzi e ville nobiliari. All'epoca la strada era probabilmente a picco sul mare e passava a mare del faro; le rappresentazioni grafiche della strada la descrivono invece in una veste più recente, sicuramente non anteriore al XVII secolo, passante all'interno del faro attraverso la cosiddetta "tagliata", una profonda trincea scavata a monte della Lanterna
Da allora la Lanterna superò senza gravi conseguenze il bombardamento navale del Re Sole alla fine del Seicento, i combattimenti del 1746 dopo la rivolta di Portoria, i bombardamenti della seconda guerra mondiale, nonché innumerevoli momenti di intemperie naturali (fino a quando, nel 1778, non fu dotata di impianto parafulmine).
In tempi più recenti la potenza del faro aumentò notevolmente, sia per l’introduzione di più moderni sistemi ottici (data 1840 il sistema rotante con lenti di Fresnel mostrato nel video), sia per l’introduzione di nuovi combustibili: il gas di acetilene (1898), poi il petrolio pressurizzato (1905), fino all’elettrificazione del 1936.
La passeggiata della Lanterna è un percorso di circa 800 mt sulle banchine del Porto di Genova costruito nel 2001 con l’intento di collegare la città con il suo simbolo e creare una sorta di terrazza sul Porto di Genova, restituendo così l’area portuale alla città.
Per raggiungere la sommità della lanterna al suo interno si sviluppa una scala in muratura di 365 gradini totali, di cui 172 aperti al pubblico per raggiungere la prima cornice.
Alla lanterna si arriva attraverso una galleria di fortificazioni che ospita i locali del museo. Questi bastioni in realtà non difendevano la Lanterna, ma la Porta Nuova, costruita nel 1827, attraverso cui si accedeva a Genova da Ponente. All’interno di queste fortificazioni si trovano le quattro sale dei “fucilieri”, una “galleria” e le tre sale dei “cannoni”.
Le Fortificazioni, per la loro qualità architettonica ed il fascino degli interni, sono oggi innanzitutto un museo di se stesse; al loro interno è stato allestito un museo un po’ anomalo: non contiene oggetti, come di solito avviene nei musei, ma “storie”: racconti e testimonianze su Genova e la sua provincia, vista attraverso la storia, l’arte , il territorio, la cultura materiale, i personaggi, le tradizioni.
Otto ore di filmati “pillola”, gestiti da computers che consentono una programmazione sempre nuova sugli oltre quaranta schermi distribuiti nelle varie sale.
Il visitatore si trova di fronte ad un gigantesco “spot” su Genova e sul territorio circostante, formato però di un grande numero di tasselli sempre variabili che gli consentono di ricostruire un’idea personale di Genova e provincia, invitandolo a visitare di persona quanto ha visto sugli schermi.

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31 октября 2017 г. 0:11:44
00:09:30
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