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TRENTO, L’ALLUVIONE CHE CAMBIO’ LA STORIA

Una mostra presso le gallerie di Piedicastello ricorderà un evento che ha cambiato la storia del Trentino: l’alluvione del 1966.
La mostra, in programma dal 4 novembre prossimo, ripercorre un evento atmosferico di dimensione straordinaria destinato a modificare il concetto di sicurezza del territorio, ma soprattutto ad imprimere una svolta nello sviluppo economico e sociale di una terra di montagna.
Girovagando riserverà nella prossima puntata uno speciale dove la storia e la memoria, ma anche il turismo culturale, si incontrano per celebrare la “grande alluvione”.
Con Alessandro de Bertolini, ricercatore presso la Fondazione Museo Storico del Trentino, siamo a Trento sui luoghi toccati dall’esondazione dell’Adige che la sera del 5 novembre superò gli argini nel settore settentrionale della città per occupare l’antico alveo.
L’acqua, accompagnata dalle macchie oleose dei combustibili allora contenuti in tante cisterne, invase il centro storico ad iniziare da via Brennero per giungere in prossimità di Torre Verde per poi deviare nuovamente verso il corso del fiume attuale in direzione di Torre Vanga.
Gran parte del centro storico, da piazza Dante verso via Belenzani e la Portela, venne invaso dall’acqua e per la prima volta, dopo la grande alluvione del 1882, si temette per l’incolumità della città e dei suoi cittadini.
L’alluvione si configurò infatti come un evento straordinario anticipato da grandissime precipitazioni nelle settimane precedenti e da un’abbondante nevicata a cui seguirono altre piogge che sciolsero le masse nevose.
L’epicentro si verificò attorno al massiccio di Cima d’Asta nel settore orientale del Trentino dove si scatenò la furia dell’acqua che invase in poche ore i fiumi che scendevano verso valle: dall’Avisio al Travignolo e quindi dall’Adige al Brenta.
Interi villaggi dell’alta val di Cembra vennero spazzati via, caddero ponti e strade. La Valsugana venne invasa da frane e massi che raggiunsero anche i centri abitati.
Anche il resto della provincia venne colpito gravemente ed i morti furono 22.
Il nostro viaggio dentro la città della cultura passa poi dal Centro Servizi Santa Chiara che presenta gli appuntamenti autunnali con il teatro e la prosa per poi passare alla danza e agli intrattenimenti giovanili.
Chiudiamo con un protagonista della tradizione trentina: l’elisir Novasalus della premiata erboristeria Cappelletti di Trento.
Luigi e Maddalena Cappelletti proseguono con entusiasmo la tradizione iniziata dai loro avi e dal padre Gianpaolo ed oggi si presentano con un laboratorio rinnovato dove la tradizione incontra l’innovazione. Il risultato sono prodotti storici e moderni che rilanciano nel mondo il marchio del Trentino.

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23 сентября 2016 г. 19:42:20
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