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Villa Barbini Rinaldi e Tempio Canoviano

Sono due tappe nel trevigiano poco lontane fra loro. La prima si trova nel territorio di Asolo, immersa nei vigneti del Prosecco. Nel filmato si nota in lontananza la famosa Rocca d'Asolo fortezza pre-romana che aveva il compito di difendere l'antico borgo di Asolo. Paese quest'ultimo che è riuscito a mantenere il suo fascno antico. Per il Tempio Canoviano (o chiesa della Santissima Trinità), bisogna arrivare a Possagno sempre in provinicia di Treviso. Un piccolo Partenone nel Nord Est d'Italia da non perdere assolutamente.

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Villa Barbini-Rinaldi è una delle più significative ville della provincia, situata al centro di una vasta tenuta, divisa tra il colle e il piano. Si tratta di uno dei rari esempi di villa barocca della Marca Trevigiana, molto imponente nelle dimensioni, con una grande scalinata d’accesso, e molto sfarzosa nello stile.Fatta edificare dal nobile Francesco Rinaldi con l’intento di competere con le più sontuose ville del patriziato veneziano, l’edificio è decorato da affreschi attribuiti a vari pittori seicenteschi tra cui Andrea Celesti. Le opere sono ispirate alla storia sacra e alla mitologia classica: le più interessanti sono quelle che decorano la Stanza dell’Olimpo e la Stanza delle Ore.
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Nei primi dell'Ottocento la vecchia chiesa di Possagno necessitava di urgenti restauri e Canova, originario del paese, era stato più volte invitato dalla comunità a finanziarne le spese. Già prima del 1812 l'architetto aveva proposto di ricostruire la chiesa e ne aveva presentato un progetto, tuttavia i capifamiglia furono riluttanti a sostenere gli ingenti costi. In una lettera del 5 agosto 1818, inviata all'amico Giannantonio Selva, Canova dichiarava di essersi deciso a ricostruire la chiesa di Possagno a sue spese. L'idea era quella di realizzare un grandioso edificio circolare dotato di pronao, richiamo al Pantheon di Roma, ma con colonne doriche, come il Partenone di Atene. Commissionò a Pietro Bosio i disegni dell'edificio, i quali furono poi sottoposti alla supervisione dei colleghi dell'Accademia di San Luca e dello stesso Selva. Morto quest'ultimo nel gennaio 1819, Canova trovò il sostegno di Antonio Diedo. L'11 luglio di quell'anno i possagnesi in festa accolsero il compaesano per la posa della prima pietra. La direzione dei lavori fu affidata a suo cugino Giovanni Zardo detto "Fantolin". Il Canova non riuscì a vedere la sua opera conclusa poiché morì il 13 ottobre 1822; i lavori, in base al suo testamento, furono affidati al fratellastro Giovanni Battista Sartori. Negli anni successivi il progetto originario subì qualche modifica, anche per far posto al gruppo della Pietà e alla tomba dell'artista. Finalmente, nel 1830, il tempio venne concluso e il 7 maggio 1832 venne solennemente consacrato dallo stesso Sartori, nel frattempo divenuto vescovo. L'intitolazione alla Trinità non è casuale, ma fa riferimento alla pala dell'altare maggiore dipinta dallo stesso Canova per la vecchia parrocchiale. Nel tempio si riconoscono tre distinguibili linguaggi architettonici: sul colonnato lo stile greco, ad ispirazione del Partenone ateniese, mentre il corpo centrale ricorda il Pantheon romano e l'abside con l'altare maggiore è la parte di una chiesa cristiana. Così Canova canta la grandezza di tre civiltà che eccellono nell'arte: l'arte cristiana, l'arte romana e l'arte greca. Canova «aveva deciso di spendere tutto il suo patrimonio per la costruzione del Tempio e chiedeva ai concittadini soltanto la somministrazione di calce, mavieri [sassi] e sabbione, la popolazione offrì di lavorare di sera e di festa». liberamente tratto da testi trovati in rete e Wikipedia.

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20 января 2020 г. 4:00:02
00:11:16
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