Загрузка страницы

Tangerine Dream - Force Majeure (1979) FULL ALBUM

DISCLAIMER: I do not own the rights of the music - will be removed upon request.
buy the real thing, be it digital or physical, in full quality:
https://www.edgarfroese.de/shop/index.php
01. 0:00 Force Majeure
02. 18:17 Cloudburst Flight
03. 25:45 - Thru Metamorphic Rocks

Klaus Krieger - Drums
Edgar Froese / keyboards, synthesizer, electric & acoustic guitars, bass, Fx, co-producer & mixing
Christoph Franke - keyboards, sequencers, co-producer & mixing

Country: Germany
Genre: Electronic Prog

È il 1979 e i famigerati anni ottanta, con tutto ciò che ne conseguirà per la scena progressiva, sono ormai alle porte quando i Tangerine Dream sfornano il loro Opus progressivo, “Force Majeure”. L’'esperimento era stato in realtà provato l’anno precedente quando, con “Cyclone”, il duo Frese-Franke aveva optato per una struttura musicale meno eterea, aggiungendo un cantante (Joliffe) e un batterista (Krüger). Il risultato non era stato dei migliori, soprattutto per la difficoltà di aggiungere la voce senza stravolgere l’idea di suono portata avanti dal duo berlinese. Via quindi Joliffe, Kruger rimane al suo posto, e dentro il violoncello di Meyer. L’obiettivo pare stavolta raggiunto: nei leggendari Hansa Studios berlinesi i nostri registrano un trittico di suites dall’anima elettronica, pensata però (non semplicemente eseguita) attraverso sonorità psichedeliche e progressive, recuperando anche, in alcuni punti, una primordiale aleatorietà sperimentale di marca krautrock. Il tutto amalgamato in maniera magistrale, come se davvero Froese e soci potessero racchiudere e spiegare al meglio, ancora una volta, il volto di uno spirito sonoro, la storia di un klang-geist riassuntivo, e al contempo profetico, delle vicende della sperimentazione elettronica della musica continentale di quegli anni.
La title-track rappresenta al meglio quanto affermato: Force Majeure è un maestoso tourbillon di spunti talmente ben incasellati l’uno nell'altro che la godibilità del flusso rischia di renderli poco riconoscibili. I minuti iniziali sono incalzanti e melodici, sospinti da una ritmica melodica, che richiama i Camel; il breve interludio spaziale attorno al decimo minuto conduce ad un terzo settore, probabilmente il più famoso, in cui un meraviglioso orchestrale dalle tinte vagamente malinconiche fa da cornice al giro di synth più riconoscibile dell’album richiamando alla mente la compiuta maestà di un’altra escursione dalle tinte progressive, quella di Wish You were Here. L’ultimo settore è costituito da strati di synth che accompagnano malinconicamente verso la fine.
Non è facile ripetere tanta qualità, ed in effetti “Cloudburst Flight”, ancora una rivisitazione in chiave elettronica di territori sostanzialmente floydiani, pare di un pelo meno convincente rispetto alle altre due suites, forse anche in virtù di una brevità che ne penalizza lo svolgersi delle fasi, elemento in cui i TD sono maestri. Non mancano ad ogni modo elementi di grande pregio, come gli arpeggi iniziali di chitarra acustica (suonata da Froese) o il bellissimo fade-out di flauti elettronici, che accompagna con malinconica tranquillità oltre l’orizzonte del suono
L’essenza materica, vitale dell’album è assegnata alla suite di chiusura: “Thru Metamorphic Rocks” parte dolcemente, con un crescendo progressivo di batteria e violoncello, che poco a poco crea la giusta suspense per la drammatizzazione inaspettata, un lungo solo di chitarra elettrica (forse il momento clou nei concerti dell’epoca e non solo, quello di Froese alle prese con la sua vecchia Hamer sunburst, districarsi alquanto degnamente tra le corde di uno strumento non suo) che sfuma tra flanger e raggi di synth, sin quasi al silenzio. Ciò che prende forma è un luogo totalmente diverso, una radicalizzazione elettronica dal sapore sperimentale – potrebbe trattarsi benissimo degli esperimenti di un giovane Klaus Schulze, nessuno se ne accorgerebbe – : il rincorrersi serratissimo degli arpeggiatori, fiancheggiati da incursioni sinistre (ululati, cortocircuiti elettrici, battiti metallici), si fa sempre più concitato, le tinte claustrofobiche si addensano progressivamente, richiamando scenari da thriller urbano, à la Carpenter (non possiamo fare a meno di collegare questi suoni alla corsa di Russel-Plissken contro il tempo in “1997: fuga da New York”.
Con Force Majeure si chiude, riassumendosi, l’epopea elettronica degli anni ’70. Il successivo Tangram saluterà l’inizio di una storia diversa, molto diversa da quella appena conclusasi: e non è questo il luogo per comparazioni.
Il remastering al “Chop’em Out” di Londra ha provveduto ad un restauro superbo (il ’95 non è ancora il tempo della stolida e dannosa loudness war, grazie a dio) di alcune incertezze in fase di produzione, soprattutto nei volumi dell’ultima suite.(full review at https://www.facebook.com/groups/32963....)

Видео Tangerine Dream - Force Majeure (1979) FULL ALBUM канала In The Wake Of Progressive
Показать
Комментарии отсутствуют
Введите заголовок:

Введите адрес ссылки:

Введите адрес видео с YouTube:

Зарегистрируйтесь или войдите с
Информация о видео
6 мая 2018 г. 15:04:46
00:40:21
Яндекс.Метрика