La chirurgia robotica per il tumore alla prostata, vescica, rene
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La chirurgia urologica negli anni è stata radicalmente rivoluzionata dall'avvento delle tecniche laparoscopiche prima e robotiche poi, con innumerevoli vantaggi per il paziente. In campo oncologico poi - parliamo quindi di tumore alla prostata al rene e alla vescica - la chirurgia robotica permette di eseguire interventi mininvasivi - quindi con i cosiddetti "buchini" piccole incisioni sull'addome al posto del tradizionale taglio "open" più esteso, di essere maggiormente conservativa di strutture sensibili - come ad esempio nel caso della chirurgia nerve sparing in caso di prostatectomia radicale per tumore alla prostata - mantenendo però la radicalità dell'intervento oncologico. I tempi di recupero sono chiaramente molto ridotti, il sanguinamento intra operatorio è quasi del tutto assente e questo consente di avviare alla chirurgia anche persone fragili che difficilmente potrebbero sopportare una chirurgia maggiore.
La chirurgia robotica permette al chirurgo di avere una visione 3d ingrandita del campo operatorio e i bracci del robot sono sincronizzati con i movimenti che le mani del chirurgo eseguono su una consolle posta a fianco del tavolo operatorio, consentendo una precisione e una accuratezza impossibile in un intervento tradizionale.
Anche il planning pre operatorio è una parte essenziale, e le immagini 3d di fusione aiutano i medici ad essere ancora più precisi, come pure il training che i chirurghi affrontano per arrivare all'intervento.
E per un approccio completo e personalizzato per ogni paziente indispensabile è poter contare su un approccio multimodale e multidiscilìpinare dove specialisti di varie discipline possano collaborare a stretto contatto per offrire ad ogni singolo paziente il percorso migliore per lui. Ci ha raccontato tutto questo il Prof. Pierluigi Bove, Responsabile dell’Unità Operativa di Urologia all’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma che abbiamo incontrato nella sala operatoria dove ogni giorno usa la chirurgia robotica per migliorare la prognosi e la qualità di vita dei suoi pazienti.
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La chirurgia robotica permette al chirurgo di avere una visione 3d ingrandita del campo operatorio e i bracci del robot sono sincronizzati con i movimenti che le mani del chirurgo eseguono su una consolle posta a fianco del tavolo operatorio, consentendo una precisione e una accuratezza impossibile in un intervento tradizionale.
Anche il planning pre operatorio è una parte essenziale, e le immagini 3d di fusione aiutano i medici ad essere ancora più precisi, come pure il training che i chirurghi affrontano per arrivare all'intervento.
E per un approccio completo e personalizzato per ogni paziente indispensabile è poter contare su un approccio multimodale e multidiscilìpinare dove specialisti di varie discipline possano collaborare a stretto contatto per offrire ad ogni singolo paziente il percorso migliore per lui. Ci ha raccontato tutto questo il Prof. Pierluigi Bove, Responsabile dell’Unità Operativa di Urologia all’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma che abbiamo incontrato nella sala operatoria dove ogni giorno usa la chirurgia robotica per migliorare la prognosi e la qualità di vita dei suoi pazienti.
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