Le 5 versioni dell'Isola dei Morti di Böcklin | Analisi dell'opera
Arnold Böcklin è considerato dagli storici dell’arte uno dei più importanti pittori simbolisti e l’isola dei morti, il quadro che analizzerò nel dettaglio in questo video, è senza dubbio l’opera più conosciuta del pittore e considerata il suo capolavoro nonché emblema del simbolismo. Amatissima anche da celebri personalità della cultura e della politica, questa opera ha esercitato nel tempo una potente forza di attrazione quasi ipnotica.
Per comprendere l’opera di Böcklin occorre calarci nel clima culturale dell’epoca e in particolare nel significato di simbolismo. Una semplice ma chiara definizione che tengo sempre presente quando mi approccio davanti ad un dipinto di questa corrente artistica è quella che viene data nel catalogo della mostra “il simbolismo in Italia” - Va ricordato che lo svizzero Böcklin visse a lungo in Italia - mostra che si tenne a Palazzo Zabarella di Padova tra il 2011 e il 2012. Cito il testo del catalogo:
“la forza del simbolismo è stata quella di rappresentare in pittura, penetrando anche nel territorio dell’inconscio, i grandi valori universali dell’umanità – il senso della vita e della morte, la fantasia, il sogno, il mito, l’enigma, il mistero – in un momento in cui l’avanzare del progresso scientifico e tecnologico appariva minacciarli.”
Cosa ci dice questa definizione? Intanto che il simbolismo rappresenta in pittura i valori universali che hanno accompagnato l’umanità dall’alba dei tempi, valori quali il senso stesso della vita e della morte e poi ancora il mito, il sogno, il mistero, l’enigma, la fantasia. Ma anche, aspetto molto importante, che la preferenza data a questi temi dai pittori simbolisti avviene in un momento storico nel quale il progresso tecnologico li stava oscurando, mettendoli da parte, relegandoli in un angolo.
Proviamo a osservare la prima versione del quadro. La superficie dell’acqua è totalmente piatta, pare una lastra. Intravediamo, appena accennato, il rifrangersi delle acque nella parte sinistra. Anche il riflesso dell’isola sull’acqua è minimizzato. Ci troviamo di fronte ad uno specchio d’acqua quasi irreale che pare violare le leggi di natura. Il cielo è molto scuro, leggermente più chiaro a sinistra; sembra un cielo notturno anche se notiamo che la figura bianca sulla barca proietta un’ombra sulla bara. La fonte di luce è quindi alle nostre spalle a sinistra. Alcuni studiosi hanno interpretato la luce come quella del crepuscolo. Aggiungo un crepuscolo simbolico della vita. In questa dimensione tetra, le rocce, di uno splendente colore marrone , sono ben illuminate così come una struttura bianca a sinistra che potrebbe essere una sorta di cappella funeraria o tempietto di cui scorgiamo la falda del tetto. Tra tutte le versioni del dipinto questa è quella dove l’approdo è più stretto. La forma ad anfiteatro dell’isola è molto chiusa e nell’ombra non riusciamo a vedere dove la barca potrà effettivamente attraccare.
I cipressi (ne vediamo una dozzina) sono dipinti di un verde molto scuro e sono compattati al centro. L’isola caratterizzata da rocce scoscese e dirupi è coperta anche da altri arbusti e cespugli. Possiamo distinguere anche dei fiori selvatici.
Il rematore della barca, che è stato interpretato da alcuni studiosi come Caronte, il traghettatore delle anime di dantesca memoria, è seduto a poppa. Ha i capelli lunghi e potrebbe anche rappresentare una donna, forse alludendo alla stessa Marie Berna che accompagna il feretro e l’anima del marito.
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Видео Le 5 versioni dell'Isola dei Morti di Böcklin | Analisi dell'opera канала Sigfrido Millequadri
Per comprendere l’opera di Böcklin occorre calarci nel clima culturale dell’epoca e in particolare nel significato di simbolismo. Una semplice ma chiara definizione che tengo sempre presente quando mi approccio davanti ad un dipinto di questa corrente artistica è quella che viene data nel catalogo della mostra “il simbolismo in Italia” - Va ricordato che lo svizzero Böcklin visse a lungo in Italia - mostra che si tenne a Palazzo Zabarella di Padova tra il 2011 e il 2012. Cito il testo del catalogo:
“la forza del simbolismo è stata quella di rappresentare in pittura, penetrando anche nel territorio dell’inconscio, i grandi valori universali dell’umanità – il senso della vita e della morte, la fantasia, il sogno, il mito, l’enigma, il mistero – in un momento in cui l’avanzare del progresso scientifico e tecnologico appariva minacciarli.”
Cosa ci dice questa definizione? Intanto che il simbolismo rappresenta in pittura i valori universali che hanno accompagnato l’umanità dall’alba dei tempi, valori quali il senso stesso della vita e della morte e poi ancora il mito, il sogno, il mistero, l’enigma, la fantasia. Ma anche, aspetto molto importante, che la preferenza data a questi temi dai pittori simbolisti avviene in un momento storico nel quale il progresso tecnologico li stava oscurando, mettendoli da parte, relegandoli in un angolo.
Proviamo a osservare la prima versione del quadro. La superficie dell’acqua è totalmente piatta, pare una lastra. Intravediamo, appena accennato, il rifrangersi delle acque nella parte sinistra. Anche il riflesso dell’isola sull’acqua è minimizzato. Ci troviamo di fronte ad uno specchio d’acqua quasi irreale che pare violare le leggi di natura. Il cielo è molto scuro, leggermente più chiaro a sinistra; sembra un cielo notturno anche se notiamo che la figura bianca sulla barca proietta un’ombra sulla bara. La fonte di luce è quindi alle nostre spalle a sinistra. Alcuni studiosi hanno interpretato la luce come quella del crepuscolo. Aggiungo un crepuscolo simbolico della vita. In questa dimensione tetra, le rocce, di uno splendente colore marrone , sono ben illuminate così come una struttura bianca a sinistra che potrebbe essere una sorta di cappella funeraria o tempietto di cui scorgiamo la falda del tetto. Tra tutte le versioni del dipinto questa è quella dove l’approdo è più stretto. La forma ad anfiteatro dell’isola è molto chiusa e nell’ombra non riusciamo a vedere dove la barca potrà effettivamente attraccare.
I cipressi (ne vediamo una dozzina) sono dipinti di un verde molto scuro e sono compattati al centro. L’isola caratterizzata da rocce scoscese e dirupi è coperta anche da altri arbusti e cespugli. Possiamo distinguere anche dei fiori selvatici.
Il rematore della barca, che è stato interpretato da alcuni studiosi come Caronte, il traghettatore delle anime di dantesca memoria, è seduto a poppa. Ha i capelli lunghi e potrebbe anche rappresentare una donna, forse alludendo alla stessa Marie Berna che accompagna il feretro e l’anima del marito.
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