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Ustica: La verità negata

27 giugno 1980: un aereo DC-9 dell’Itavia, volo IH870, partito alle 20.08 da Bologna e diretto a Palermo, scompare misteriosamente nei cieli tra Ponza e Ustica. Nessun superstite tra le 81 persone a bordo, 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio.
Dopo ventotto anni e diversi processi senza colpevoli, in seguito a nuove rivelazioni dell'ex Presidente Francesco Cossiga, il 21 giugno 2008 la Procura di Roma riapre l'inchiesta nel tentativo di accertare definitivamente la verità.

La vicenda della strage di Ustica sembrava essersi conclusa il 10 gennaio 2007, quando la Prima sezione penale della Corte di Cassazione si pronuncia definitivamente sul processo confermando la sentenza di assoluzione, con formula piena, per i generali Lamberto Bartolucci e Franco Ferri - all'epoca della tragedia rispettivamente Capo e Sottocapo di Stato Maggiore dell'Aeronautica - dall'accusa di alto tradimento: nessun colpevole è quindi stato individuato. Nell'informare il Ministero della Difesa sulla situazione nei cieli italiani la sera del 27 giugno 1980, Bartolucci e Ferri avevano escluso il coinvolgimento di altri aerei italiani o della NATO, militari o civili, nel disastro di Ustica.

Con questa sentenza, dopo 27 anni, si chiude dunque il processo penale togliendo così la possibilità ai familiari delle vittime di chiedere, in sede civile, un risarcimento e soprattutto di ottenere giustizia. Ma nel febbraio del 2008, l'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga sostiene ai microfoni della RAI che l'aereo sia stato abbattuto da un missile lanciato da un jet militare francese: in seguito a queste dichiarazioni la Procura della Repubblica di Roma decide il 21 giugno 2008 di aprire una nuova inchiesta

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4 января 2018 г. 2:46:18
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