F.Liszt - Ave Maria (Die glocken von Rom) S.182 - Michele Campanella
Siena - Teatro dei Rozzi - 20 aprile 2011
Michele Campanella suona per la prima volta in pubblico il Bechstein del 1859 appartenuto a F.Liszt.
Originale e curiosa la storia di come il pianoforte di Liszt è diventato parte della collezione di strumenti antichi della Chigiana.
Lo strumento venne costruito dalla Casa Bechstein di Berlino nel 1859: è il numero 247 del catalogo della Ditta, è definito "Konzertflügel" e ha una forma molto rara, con la tavola allargata nel basso. Fu acquistato da Franz Liszt durante il soggiorno a Weimar, e l'anno successivo venne spedito a Roma, dove il compositore ungherese si era trasferito. Lì rimase fino alla morte di Liszt, avvenuta a Bayreuth nel 1886, per poi essere donato al suo allievo romano, Giovanni Sgambati.
Dopo la morte di quest'ultimo, nel 1914, presumibilmente gli eredi lo vendettero. Il pianoforte venne successivamente acquistato, sempre a Roma, da Roberto Almagià per regalarlo alla moglie pianista. Alla sua scomparsa nel 1938 Almagià, che aveva in precedenza conosciuto il conte Guido Chigi Saracini a Siena e si era entusiasmato per la sua attività musicale, lo regalò al fondatore dell'Accademia Chigiana.
Lo strumento fu quindi collocato dallo stesso Conte in una sala al primo piano del Palazzo Chigi Saracini, che da allora prese il nome di "Salotto Liszt", per essere mostrato come cimelio storico. Non venne infatti più suonato, né privatamente né in concerto.
Fra i documenti che testimoniano inequivocabilmente l'originalità dello strumento ci sono il registro tuttora conservato presso la Bechstein a Berlino, che attesta la data di costruzione e il destinatario del pianoforte, alcune lettere di Roberto Almagià al Conte Chigi, raccolte nell'epistolario di Guido Chigi Saracini, e l'etichetta a stampa applicata dalla Casa Bechstein dentro il pianoforte, in cui si legge: "Questo pianoforte fu spedito nell'anno 1860 al Signor Dr. Franz Liszt a Weimar e da lì trasferito a Roma, dove fu utilizzato dal Maestro fino alla sua morte. C. Bechstein". L'intervento di restauro sul Bechstein del 1860 effettuato dal Laboratorio Roberto Valli di Ancona -- di fama indiscussa proprio relativamente agli strumenti di quel periodo -- è stato teso soprattutto a far ritornare il pianoforte al suo suono originale e si è concluso nel febbraio 2011.
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Michele Campanella suona per la prima volta in pubblico il Bechstein del 1859 appartenuto a F.Liszt.
Originale e curiosa la storia di come il pianoforte di Liszt è diventato parte della collezione di strumenti antichi della Chigiana.
Lo strumento venne costruito dalla Casa Bechstein di Berlino nel 1859: è il numero 247 del catalogo della Ditta, è definito "Konzertflügel" e ha una forma molto rara, con la tavola allargata nel basso. Fu acquistato da Franz Liszt durante il soggiorno a Weimar, e l'anno successivo venne spedito a Roma, dove il compositore ungherese si era trasferito. Lì rimase fino alla morte di Liszt, avvenuta a Bayreuth nel 1886, per poi essere donato al suo allievo romano, Giovanni Sgambati.
Dopo la morte di quest'ultimo, nel 1914, presumibilmente gli eredi lo vendettero. Il pianoforte venne successivamente acquistato, sempre a Roma, da Roberto Almagià per regalarlo alla moglie pianista. Alla sua scomparsa nel 1938 Almagià, che aveva in precedenza conosciuto il conte Guido Chigi Saracini a Siena e si era entusiasmato per la sua attività musicale, lo regalò al fondatore dell'Accademia Chigiana.
Lo strumento fu quindi collocato dallo stesso Conte in una sala al primo piano del Palazzo Chigi Saracini, che da allora prese il nome di "Salotto Liszt", per essere mostrato come cimelio storico. Non venne infatti più suonato, né privatamente né in concerto.
Fra i documenti che testimoniano inequivocabilmente l'originalità dello strumento ci sono il registro tuttora conservato presso la Bechstein a Berlino, che attesta la data di costruzione e il destinatario del pianoforte, alcune lettere di Roberto Almagià al Conte Chigi, raccolte nell'epistolario di Guido Chigi Saracini, e l'etichetta a stampa applicata dalla Casa Bechstein dentro il pianoforte, in cui si legge: "Questo pianoforte fu spedito nell'anno 1860 al Signor Dr. Franz Liszt a Weimar e da lì trasferito a Roma, dove fu utilizzato dal Maestro fino alla sua morte. C. Bechstein". L'intervento di restauro sul Bechstein del 1860 effettuato dal Laboratorio Roberto Valli di Ancona -- di fama indiscussa proprio relativamente agli strumenti di quel periodo -- è stato teso soprattutto a far ritornare il pianoforte al suo suono originale e si è concluso nel febbraio 2011.
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